L’ultima di Elly Schlein? Cercava il Campo largo, è finita a Campobasso. Sembra una battutina. Non lo è: il giorno dopo aver dichiarato che il suo obiettivo è fare l’alleanza con tutta l’opposizione (escludendone solo l’ex segretario del Pd, Matteo Renzi) Schlein ha deciso di andare in Molise. Intendiamoci, anche stavolta il Pd ha scelto di non scegliere: ha chinato il capo, come fa di solito con Giuseppe Conte – quando non gli fa il baciamano – e ha accettato di sostenere il candidato del M5S. Un grillino doc che non ha molte chances, a giudicare dai sondaggi.

E allora perché Elly Schlein si è precipitata ad appoggiarlo? Misteri del Nazareno. Sta di fatto che oggi Schlein e Conte si incontreranno a Campobasso, dove entrambi avevano previsto iniziative elettorali a sostegno del candidato presidente alle regionali in Molise, Roberto Gravina, già sindaco M5S della città. Non ci sarà un’iniziativa sul palco, a quanto si apprende da fonti di entrambi. Piuttosto un momento di sostegno al comune candidato in corsa per la guida della regione. Schlein e Conte dunque si stanno coordinando tra loro? L’interlocuzione, viene detto alle agenzie, è affidata ai dirigenti locali dei due partiti. Riceviamo addirittura una nota formale: “Non ci sarà nessuna iniziativa comune e
nessun palco, i due leader si incroceranno per le strade di Campobasso e prenderanno un caffè insieme”.

Neanche fossero Garibaldi e il Re a Teano. Avvicinamenti e precisazioni si susseguono come nel caso di chi si annusa ancora a distanza. Per ora l’atmosfera è fredda. Gravina, da primo cittadino di Campobasso, ha governato con il solo Movimento. E i dem alla sua opposizione. Dura e pura, a suon di interpellanze, querele, polemiche sui giornali. Fino a due mesi fa. Fino a quando cioè una telefonata da Roma, come un raggio salvifico di pace, ha fatto sapere che la guerra tra M5S e Pd era finita. Anzi, che dall’armistizio si passava alla coalizione. Tra i consiglieri presi in contropiede, a Campobasso, Salvatore Alessandra e Giose Trivisonno del Pd che hanno dato battaglia senza esclusione di colpi.

Fino ad andare in Procura per presentare esposti l’uno contro l’altro. Proprio come l’opposizione durissima che il Movimento fino al 2019 aveva fatto nei confronti dell’allora sindaco Antonio Battista, del Pd. E infatti molti attivisti grillini hanno preso le distanze dalla decisione assunta nella Capitale, tra Conte e Schlein. Se non altro, il tempo lungo della giustizia lumaca lavora a favore: molti di quei procedimenti penali sono stati archiviati giusto in tempo per vedere i due contendenti convolare a nozze. Elettorali.

“Ma se ne sono date di santa ragione fino a ieri”, ci racconta un giornalista molisano. Il Molise, come ironizzava quel famoso reportage della stampa inglese “Non esiste“, ha accolto ieri Giuseppe Conte, reduce da un tamponamento a catena. Andando in Molise l’auto di scorta dell’ex premier avrebbe urtato un veicolo e una terza auto si sarebbe poi ribaltata in autostrada, dopo aver perso il controllo. Conte è sceso dalla sua macchina per sincerarsi della salute di tutti gli automobilisti coinvolti: stavano tutti bene, ma gli incidenti veri potrebbero arrivare dalle urne.

“Intanto Conte rimarrà due giorni tra Campobasso e Isernia”, ci fanno sapere. Rischia di fare il bis della Puglia: in tutte le piazze dove è rimasto più a lungo, il M5S ha perso o è del tutto scomparso. In effetti tutto congiura. I sondaggi pubblici sono vietati ma chi li ha visti guarda alla coalizione civico-moderata con favore. Ci sarebbe un vantaggio significativo a favore dell’attuale sindaco di Termoli, Francesco Roberti. È lui lo sfidante del centrosinistra, è lui il candidato “del porta a porta” chiamato a riunire una coalizione “inclusiva” che va dal centrodestra ai civici. E anche qui c’è un esperimento, con i centristi che hanno composto una lista di personalità forti e che estende fuori dal perimetro del centrodestra l’area vasta delle liste a sostegno di Roberti. Il campo largo, dunque, in Molise è ristretto. E il campo avverso è più largo del Largo. Il testacoda è tale che proprio dal Molise, a pochi giorni dalle elezioni, la vicesegretaria regionale del Partito Democratico del Molise Maria Concetta Chimisso ha deciso di dimettersi dal suo incarico in polemica con le decisioni nazionali. Chimisso ha presentato le sue irrevocabili dimissioni dalle cariche di vicesegretaria regionale del Molise e segretaria del Circolo Pd di Termoli.

In questo contesto, quella che Elly Schlein avrebbe voluto presentare come l’occasione della rivincita dopo lo smacco delle ultime amministrative sembra profilarsi come il suo prossimo inciampo. L’ennesimo, ravvicinato. Un passo falso che imporrebbe uno stop all’alleanza con il
M5S solo se ci fosse, nel Pd, la capacità di reagire alla tendenza suicida. Al Nazareno le correnti si stanno riorganizzando. Energia Democratica di Anna Ascani e gli ex di area Dem – ala Fassino- marceranno uniti? E Graziano Delrio, che ogni giorno manda segnali a Schlein, le farà cambiare idea su Conte? Per Matteo Orfini è “sbagliato chiudere la dialettica del Pd nello schema del congresso e dividerci tra riformisti e radicali, sono categorie anni Novanta. Se il congresso è finito possiamo ricostruire le articolazioni all`interno del Pd ma con tentativi per rimescolarci e trovare elementi di sintesi”. L’analisi del voto dopo il Molise potrebbe dare un’indicazione chiara alla segretaria.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.