Meloni, hai detto ‘siamo pronti’, ma ce lo dovevi dire che la formula giusta è ‘siamo proni’ alle indicazioni di Washington e di Bruxelles, a questa furia bellicista”. Sono le parole che ha rivolto Giuseppe Conte dal palco della manifestazione di Napoli in difesa del reddito di cittadinanza. E a sentirle viene da chiedersi chi tra Meloni e Conte sia il sovranista, e soprattutto con chi dei due stia il Partito Democratico di Elly Schlein. Perché se è vero che il Presidente Meloni ha portato a lungo avanti quelle battaglie anti comunitarie, è da apprezzare che una volta al governo, nei fatti, se le sia rimangiate. Incoerenza che non porterà voti a Fratelli d’Italia, ma che farà bene all’Italia. Mentre Giuseppe Conte è rimasto il “no euro” di sempre. E con lui, sul palco, il guru ora consulente dei 5 stelle a 300mila euro Beppe Grillo. Il quale invita gli italiani a mandare le loro proposte “tanto prima o poi Conte le capirà”.

E infatti, se secondo Conte il governo è prono alla furia bellicista di Bruxelles, non si capisce come faccia a tenere insieme la maggioranza Ursula, con attacco anche a Gentiloni che era stato indicato proprio dal governo Conte bis. Del resto è nota la simpatia di Conte per l’esercito russo che dal 2022 bombarda ogni giorno gli ucraini, e che nel 2020 invece lui fece sfilare con i carri armati lungo l’Autostrada del Sole con bandiere e musichetta. E con l’allora commissario Domenico Arcuri che tronfio annunciò, con toni salvifici e con un lapsus freudiano, che Conte aveva ottenuto da Putin gli aerei dell’Unione sovietica. Del resto questa simpatia di Conte per Putin era la stessa che aveva per Trump, con cui nel 2018 proponeva che la Russia entrasse nel G8. E che tifava per il suo amico “Giuseppi”. Mentre tuona contro gli Usa ora che presidente è diventato il progressista Biden.

Secondo il blog di Grillo sono gli Stati Uniti, tramite la Nato, che provano a isolarla espandendo la propria influenza in Europa orientale, con l’obiettivo finale di indebolire la Cina. Ma oltre agli Usa, l’odio grillino si scaglia contro Israele. Quando era presidente del consiglio e incontrò Mahmoud Abbas, Conte lo chiamò nei documenti ufficiali “il Presidente della Palestina,” anche se Abbas è “il presidente dell’Autorità Palestinese”, dato che lo “Stato di Palestina” non esiste.

Anche qui il ruolo di guru l’ho ha avuto Beppe Grillo. Come dimenticare il suo tweet: “Per il popolo palestinese non c’è fine al dolore, all’oppressione, al sacrificio, alla negazione della libertà e dell’indipendenza, ma solo muri, divieti, repressione e segregazione che dura dal 1967. #FreePalestine”. Qualche ora dopo, proprio in Israele, si verificò l’attentato terroristico di Tel Aviv in cui perse la vita l’italiano Alessandro Parini.

E come dimenticare quando Grillo nel 2001 chiamò Rita Levi Montalcini “vecchia puttana”, accusandola di essersi fatta pagare da un’azienda farmaceutica il premio Nobel. Lei querelò, lui pagò la multa. Ma anche sull’Iran Grillo ha accusato l’occidente di incentivare la guerra. Il guru non soltanto nega che il nucleare iraniano abbia una origine bellica: “Nessuna delegazione internazionale ha dimostrato che Teheran abbia altri scopi per il nucleare che non siano civili”, ma ha dichiaratamente rivendicato il diritto di Teheran a un programma atomico: “Mi sembra una barzelletta che i cinque paesi membri permanenti abbiano deciso di deferire l’Iran al Consiglio di sicurezza Onu per il suo programma nucleare. E che chiedano all’Iran di ripristinare la sospensione delle attività collegate all’arricchimento dell’uranio. Ma forse per entrare nel club delle atomiche bisogna avere alcune buone qualità che ancora mancano all’Iran. Come, ad esempio, essere membro permanente dell’Onu, o una superpotenza o, meglio ancora, alleato degli Stati Uniti”.

Come dimenticare poi quando a Bruxelles Grillo presentò il progetto del M5s per portare gli italiani a votare sulla permanenza nell’euro con un referendum. Non prima di una modifica costituzionale. Secondo Grillo “l’Unione Europea di oggi è un sacco contenente 27 popoli che si chiedono come ci siano finiti dentro. Tra questi popoli ci sono connessioni rigide e frustranti, innaturali. L’Unione è un blocco dalla natura indigeribile, regolamentato da banche. È solo il fermo immagine dell’idea di Europa come potenziale Grande Confederazione di Stati che è stata viziata e storpiata sin dai suoi primi passi. Questa Ue non può essere egoista né altruista, perché non è nulla. Non esiste come identità federale o qualsivoglia altra identità”.

Per il leader 5 stelle “l’egoismo che affiora è quello del vagone dei più rigidi: la Germania. Ecco: è come una gita in bicicletta dove partono 27 persone completamente diverse, un paio di ciclisti professionisti e poi tanti dilettanti sino al novantenne che ha avuto due infarti. Arriverà primo il ciclista professionista più forte, gli altri – provando a tenere il ritmo – si sentiranno male o addirittura schiatteranno… La verità è che quest’Europa non ha futuro perché è una sorta di nave dei folli”.

Annarita Digiorgio

Autore