Da mesi è nell’aria un possibile avvicinamento in Europa tra i conservatori e i popolari: Giorgia Meloni ci sta lavorando alacremente. Così come, dall’altra sponda, si cerca di frenare questa prospettiva: da un lato, sperando nell’impossibilità da parte della Premier di far trovare un accordo a conservatori e popolari di Paesi come la Polonia, dall’altro, sperando che siano necessari i liberali per costituire una maggioranza di destra. E che i liberali ostili all’idea di alleanze con i conservatori, raggiungano un risultato tale da impedire che si formi.

L’operazione di accreditamento in Europa di Giorgia Meloni però prosegue e così l’equilibrismo fra il volto europeo e più moderato della Premier– che non ha caso ha scelto come uomo macchina del Pnrr e trait d’union con tutti i vertici europei Raffaelle Fitto- e il legame con il passato. Tanto è vero che i suoi colonnelli, uomini di partito e non di governo come Foti e Donzelli, hanno immediatamente smentito il retroscena secondo cui il capogruppo dei popolari europei Weber avrebbe chiesto a Giorgia Meloni di rinunciare al simbolo ereditato da Alleanza Nazionale, la fiamma, nell’ipotesi di un’alleanza con i popolari per le europee.

Per questo risulta il feeling che il Presidente del Consiglio continua ad alimentare con Vox è un passo indietro. Una regressione necessaria – secondo la Premier – a portare a casa il disegno di un’Europa a destra. Due giorni fa in Moldova per il secondo summit della Comunità Politica Europea, presenti tutti i Paesi d’Europa eccetto Russia e Bielorussia, Meloni ha provato a scansare l’argomento alleanze. Ma la stretta attualità delle elezioni spagnole ha creato l’occasione per la domanda a cui non ha potuto sottrarsi: “Quello che succederà in Spagna con le elezioni anticipate del 23 luglio lo vedremo- ha risposto Meloni- è stato tutto molto veloce. Per noi è molto interessante capire che cosa accadrà. Non voglio infilarmi più di tanto nelle dinamiche di un’altra nazione: io sono presidente dei Conservatori Europei. Chiaramente, guardo con molto interesse a quello che faranno i Conservatori Europei”, la cui famiglia politica in Spagna è rappresentata da Vox, anche se Meloni si guarda bene dal citarli esplicitamente.

Come pure due giorni fa è passato sotto silenzio lo scambio di tweet e congratulazioni con il leader di Vox, Santiago Abascal, sull’esito della tornata di amministrative in Italia e in Spagna del fine settimana. “Congratulazioni a Abascal per i risultati eccellenti ottenuti alle elezioni municipali e regionali” ha scritto lei. ”Molte grazie, cara Giorgia Meloni, e molte congratulazioni a Fratelli d’Italia e ai loro alleati per il nuovo trionfo alle elezioni comunali”, ha risposto lui. Attenzione: Giorgia Meloni il tweet non l’ha inviato dal suo profilo personale, bensì attraverso quello di Ecr, come a voler distinguere i due ruoli: quello di Presidente del Consiglio e quello di presidente dei conservatori europei, o per dare meno visibilità al tweet.

In Italia forse, non certamente in Europa, dove non sarà certamente sfuggito agli uomini del Ppe che da mesi stanno provando a sganciare i partiti più moderati del gruppo dei Conservatori, inclusa proprio Fratelli d’Italia, da quelli più estremisti come il Pis polacco o Vox spagnolo, per portarli dentro il gruppo parlamentare dei popolari europei. Tentativo a cui stanno lavorando, in vista di un ribaltone, Manfred Weber, Friedrich Merz, Charles Michel, Roberta Metsola e, dichiaratamente, lo stesso ministro degli esteri italiano Antonio Tajani. E Meloni, pur non negando la propria identità, anzi i propri valori come li chiamano i suoi, sa che le posizioni populiste e nazionaliste di alcuni alleati, non solo polacchi e spagnoli, ma anche quelle dei Democratici Svedesi e dei lettoni di Alleanza Nazionale, rappresentano un ostacolo a questo disegno.

Meloni infatti sa bene che una distanza da certi estremismi gioverebbe alla normalizzazione di Fratelli d’Italia, anche per marcare la differenza con la Lega in Italia, e con Orbán in Europa. Anche la difesa dell’Ucraina, per cui la premier si sta spendendo tanto, e che ieri è stata riconosciuta da Zelensky con i suoi auguri a Giorgia Meloni, passa da questa scelta. La rinuncia al blocco navale, alla difesa dei privilegi dei balneari, e al no Mes, potrebbero fare il resto. Al contempo però sa che senza i parlamentari di Vox, difficilmente l’Europa guarderà a destra. Metterli d’accordo poi con i popolari spagnoli non sarà cosa facile, ma è anche vero che, parlando di alleanze, Isabel Díaz Ayusola, stella madrilena nascente dei popolari, ha fatto capire che se ne può parlare.