Berlusconi ospitava Putin a Villa Certosa. Putin ricambiava invitandolo nella sua dacia. Anche nei momenti difficili l’amicizia tra i due leader ha sempre retto. Il rapporto è stato spesso descritto dalla stampa in toni goliardici e irriverenti. L’accusa strisciante di una certa intellighenzia era che Berlusconi interpretasse gli affari di stato come un divertimento personale. Eppure, dietro quell’amicizia o, meglio, oltre quell’amicizia, vi era un disegno politico ben preciso. Quello di portare la Russia a pieno titolo nel fronte europeo ed occidentale. Quello di trasformare il G7 in G8. Quello dello storico vertice di Pratica di Mare che ha portato all’accordo Nato-Russia contro il terrorismo.

Si era cominciato a pensare e a lavorare per avere una visione unitaria sugli equilibri globali. Oggi tutto sembra perduto. Si possono avere caratteri ed abitudini diversi e talvolta Berlusconi si è esposto a qualche critica per la sua esuberanza, ma oggi siamo di fronte a leader senza visione e incapaci di comunicare. La crisi tra Nato e Russia (che mette la Ue in una situazione molto difficile) si doveva assolutamente evitare. L’alleanza strategica con la Russia e la gestione del rapporto con la Cina sono infinitamente più importanti rispetto alle questioni territoriali dell’Ucraina. Sotto questo aspetto, sarebbe anche ora di dare un’informazione corretta in quanto è dal 2014 che una parte del territorio ucraino non è sotto il controllo del governo di Kiev.

Questa situazione non è la conseguenza delle azioni di Putin degli ultimi giorni. Questo problema non è mai stato risolto e in questo contesto la ipotesi di un ingresso dell’Ucraina nella Nato è davvero una provocazione. Biden sarà una brava persona, ma come Presidente sta conducendo l’alleanza atlantica verso il baratro. Forse sarebbe il caso di rivalutare figure come Bush e Berlusconi. Non tanto per ridare loro ruoli operativi, ma per pensare a una strategia che eviti questa assurda guerra.