Un ultimo sforzo. Dopo le due vittorie contro Atalanta ed Empoli, che hanno dilatato a otto punto il vantaggio sulle prime inseguitrici Milan e Lazio, il Napoli è chiamato nuovamente a vincere contro l’Udinese nell’ultima partita prima della pausa per i mondiali. Terza partita senza Kvaratskhelia, ancora alle prese con la lombalgia che lo affligge, e terza ipotesi di sostituzione per il campione georgiano. Dopo Elmas, in gol a Bergamo, e Raspadori, in ombra contro l’Empoli, potrebbe toccare al messicano Lozano traslocare a sinistra per garantire scatto e spunto nell’uno contro uno.

Luciano Spalletti sa che l’ultima impressione è sempre quella decisiva e che per questo l’undicesima vittoria consecutiva in campionatoavrebbe un peso specifico maggiore, perché precederebbe l’arrivo del generale inverno che congelerà il campionato fino alla befana. La ripresa sarà una grande incognita, con tanti giocatori al rientro dai mondiali e una brillantezza da ritrovare dopo due mesi senza partite ufficiali per tutti i club. Ma arrivarci con una striscia aperta di vittorie e un vantaggio inalterato, o magari incrementato visto il calendario che mette Fiorentina e Juve di fronte a Milan e Lazio, sarebbe fondamentale. Oltretutto, dal fondo della zona Champions è ricomparsa la Juventus di Allegri, giunta a Verona alla quinta vittoria consecutiva tra le solite polemiche arbitrali che sempre accompagnano i bianconeri; e si sa che la Juve, che a gennaio recupererà diversi titolari oggi fuori per infortunio, è sempre un brutto cliente quando si mette in scia e che l’ultima spiaggia di Allegri è sempre lunghissima, come cantava Alan Wurzburger.

A gennaio, per il Napoli ci saranno anche due scontri diretti, contro Inter e Juve: superare quest’ulteriore scoglio senza danni significherebbe davvero scollinare verso una primavera di gloria. Ma prima bisogna fare i conti con l’Udinese, in affanno ma sempre rocciosa e dotata di buon talento. Il Maradona sarà nuovamente sold out, dodicesimo uomo tornato in servizio permanente effettivo nonostante i prezzi proibitivi dei settori popolari. La spinta dei tifosi si è già rivelata importante, come Spalletti ha più volte rimarcato, per giocatori giovani e pieni di talento che hanno finora giocato con determinazione e soprattutto con leggerezza mentale.

Il difficile però viene adesso, perché il ruolo indiscusso di favoriti mette necessariamente pressione, e il sostegno del pubblico, soprattutto di fronte alle prime difficoltà, sarà fondamentale. Lascia ben sperare l’atteggiamento maturo che si annusa in città. Il ricordo dello scudetto scippato nel 2018 è troppo fresco, una ferita sulla pelle che spinge tutti a una sana prudenza. E non parliamo della ripugnante zitella corteggiata dall’incapacità cui allude il Bardo, ma di una saggia capacità di attesa, quel valore che Calderon de la Barca considerava figlio della prudenza e non della temerarietà.