Dopo l’imbarazzante bugia del ritiro ucraino da Severodonesk per mascherare la sconfitta sul campo, ecco la bugia della propaganda russa, ovvero il ritiro dall’Isola dei Serpenti, importante strategicamente, come una scelta motu proprio e non come qualcosa di forzato e dovuto al successo ucraino. Cosa vuol dire? Che la guerra è sempre piena di sorprese e di svolte imprevedibili.

E un po’, viene da dire, è anche lo scenario mondiale: mentre i grandi chiamano le armi, si vede il primo carico di di grano che riparte dall’Ucraina. E mentre Draghi ha appena finito di compilare la lista degli invitati al G20 in Indonesia, il premier indonesiano sorprende tutti invitando sia Putin sia Zelensky.

Ha ragione la Cina che parla di nuova Guerra Fredda. E durante la Guerra Fredda c’è stato un periodo in cui l’equilibrio veniva chiamato equilibrio del terrore. Io non ti attacco perché sono consapevole che la tua risposta danneggerebbe anche me, ci distruggeremmo a vicenda. E quindi quel periodo, con le vistose eccezioni della guerra in Vietnam, i golpe sudamericani e i conflitti africani, è stato uno dei periodi più pacifici della storia. Ecco quello a cui andiamo incontro è un nuovo periodo della paura se non del terrore. Possiamo immaginare un Donbass russo e un cerchio Nato attorno come un antifurto all’opera 24 ore su 24. Un equilibrio fondato sul timore l’uno dell’altro.

E’ stato bello sognare un mondo diverso, possibile, equo e solidare, ma in realtà il mondo è quello che è, un mondo piuttosto cinico. L’Europa è anche quella di Melilla, enclave spagnola in Marocco, dove si muore. L’Europa è anche la Francia che nega le estradizioni ai sopravvissuti agli anni di piombo. E l’Europa però che concede l’estradizione ai militanti curdi, una questione più recente e quindi barattatile. Cosa significa? Vuol dire che il mondo è fatto dalle politiche di potenza dove tutto è sacrificabile da una parte e dall’altra. I diritti invece sono chiacchiere e distintivo.

Tony Capuozzo

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