L'infrastruttura
Intelligenza Artificiale: serve sempre più energia elettrica. L’occasione d’oro per l’industria nucleare dietro la pianificazione dei data center

Tendiamo a parlare di Internet e dell’IA come se fossero puramente disincarnate. Come una “nuvola”. Di conseguenza, il senso comune tende a trascurare l’infrastruttura fisica – di per sé poco affascinante – che fa funzionare questa “cosa”: i data center, le linee elettriche e i cavi sottomarini. Ma questo hardware, spesso ignorato, è essenziale per il funzionamento della nostra moderna economia digitale. Dobbiamo anche renderci conto che – come consigliano gli analisti – questa infrastruttura è sempre più sotto pressione: negli ultimi anni il consumo energetico dei data center è stato abbastanza stabile. Tuttavia questo sta cambiando rapidamente: le domande che poniamo ai sistemi di IA utilizzano circa 10 volte più energia rispetto ai motori di ricerca esistenti. Pertanto, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, il consumo di elettricità dei data center raddoppierà almeno entro il 2026. C’è da dire che la corsa delle aziende e dei governi per capire come (o se) reperire questa elettricità aggiuntiva ha prodotto un’inaspettata benedizione: la tecnologia è diventata un motore chiave della transizione energetica e le big tech stanno investendo molto nell’energia idroelettrica, eolica e solare e nell’innovazione delle batterie. E anche nell’atomo.
L’IA e il consumo di energia
Microsoft ha persino annunciato di recente un accordo con il gruppo americano Constellation – che fornisce energia elettrica, gas naturale e servizi di gestione dell’energia – per investire 1,6 miliardi di dollari nel riavvio della centrale nucleare di Three Mile Island in Pennsylvania e soddisfare così la domanda di elettricità da IA. Nel frattempo Sam Altman di OpenAI e il co-fondatore di Microsoft Bill Gates stanno esaltando i benefici dei piccoli reattori modulari. Loro e altri player del settore tecnologico sperano che queste operazioni – alla fine – ridurranno la stretta energetica, in particolare se in futuro le versioni di IA riusciranno a utilizzare meno energia. In questo senso l’ascesa dell’Intelligenza Artificiale e la sua insaziabile richiesta di energia non avrebbero potuto arrivare in un momento migliore per l’industria nucleare. Dopo decenni di stagnazione in Occidente, quest’anno si è assistito a un’impennata della domanda di centrali nucleari da parte di Google, Amazon, Meta e Microsoft: queste hanno bisogno di grandi quantità di elettricità a basse emissioni di carbonio, 24 ore su 24, per far funzionare i loro data center che altro non sono che strutture fisiche che ospitano l’infrastruttura IT per la creazione, l’esecuzione e la fornitura di applicazioni e servizi e – dunque – archiviano e gestiscono anche i dati associati a tali applicazioni e servizi.
Dove verrano costruiti i prossimi data center
A proposito del nucleare, Yann LeCun (capo scienziato IA presso Meta) su X ha scritto: “I data center IA saranno costruiti accanto ai siti di produzione di energia in grado di produrre elettricità su scala di gigawatt, a basso costo e a basse emissioni in modo continuo. In pratica, accanto alle centrali nucleari”. Ma Tony Grayson – che ha contribuito a costruire il business dei data center di Oracle – ha messo in guardia l’industria nucleare dall’eccessivo clamore, sottolineando che i progetti tendono a essere misurati in decenni e che la tecnologia può cambiare rapidamente e radicalmente. “Nei data center fai soldi sulla velocità di immissione sul mercato. Il nucleare non è velocità di immissione sul mercato – ha detto – Credo molto nell’energia nucleare, ma dobbiamo solo fare un respiro profondo e renderci conto che queste cose non accadranno tanto presto”.
Secondo un’analisi del Financial Times dello scorso 4 ottobre, a firma di Gillian Tett, potrebbe trattarsi di un’aspettativa troppo ottimistica quella secondo cui la tecnologia stessa risolva da sola i propri problemi: qualsiasi soluzione energetica – anche la più innovativa – non potrebbe funzionare senza una politica governativa congiunta. E purtroppo, questa scarseggia. Per costruire data center è necessario un permesso di pianificazione, il che spesso implica l’intervento del governo. Ancora: è necessario il coinvolgimento dell’esecutivo per creare reti elettriche connesse. Un enorme ostacolo al lancio di energia rinnovabile nei paesi, ad esempio, è che è scandalosamente difficile ottenere i permessi necessari a costruire linee di trasmissione per collegare le risorse di energia rinnovabile a luoghi poveri di energia.
La crisi energetica
E se la crisi energetica dovesse intensificarsi, avremo anche bisogno che il governo stabilisca la futura distribuzione delle scarse risorse elettriche e affronti questioni del tipo – per fare esempi molto pratici – se le famiglie debbano avere la priorità sulle aziende in caso di crollo della rete oppure a chi tocchi finanziare l’innovazione: allo Stato o ai grandi gruppi tecnologici? Una delle risposte risiede in un dato: oggi le imprese hanno ancora il 40% in più di probabilità di essere finanziate negli Stati Uniti piuttosto che in Europa e i nostri mercati pubblici continuano a trattenersi nei confronti del settore tech.
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