Le elezioni politiche 2022
Intervista a Massimo Cacciari: “Destra meno in crisi, Letta parli del programma non del pericolo fascista”
La destra? Ha tutt’altro che la strada spianata per la vittoria. Il centrosinistra? Ha una chance se corre unito e se adotta non l’”Agenda” ma l’”immagine” Draghi. Draghi-Macron. Quanto alla sinistra, semplicemente non esiste. Le elezioni viste da Massimo Cacciari.
Dal “campo largo” al “campo aperto”. Nel centrosinistra le metafore agronome si sprecano. Ma la sostanza politica, professor Cacciari?
La prospettiva a cui si sarebbe dovuto lavorare immediatamente dopo il risultato elettorale del 2018, era quella di cercare una qualche intesa, che avesse un minimo di fondamento, tra Pd e 5Stelle. Quella era l’ipotesi politica. Ricostituire un centrosinistra con i 5Stelle, che allora avevano tutti i voti che avevano, anche se qualunque persona dotata di senno capiva benissimo che erano voti imprestati che potevano sparire nel giro di qualche anno, ma comunque sia bisognava giocare quella carta lì. È evidentissimo. Non la si è giocata o si è giocata malissimo. Letta ha cercato di resuscitarla e poi con la spaccatura dei 5Stelle attorno alle vicende del governo Draghi, è un’ipotesi fallita. A questo punto a Letta non rimane altro che tentare la carta del “grande” centro. Imbarcare Renzi, imbarcare Calenda, cercare di prendere quello che può anche da Forza Italia, come sta avvenendo, e Di Maio. Non c’ha assolutamente nessun’altra strada. Se queste forze non si presentano in qualche modo credibilmente compagne di viaggio nelle elezioni del 25 settembre, queste forze perderanno e andrà al governo la destra.
A proposito di destra. Ha la strada spianata? Detta in altri termini: Meloni for president?
No, no, non hanno la strada spianata per niente. Certo, tecnicamente parlando sono meno nella “cacca” degli altri, ma non si portano affatto la vittoria in tasca.
Perché?
Per diverse ragioni. Anzitutto hanno il problema, che ormai evidente, che quella che prenderà più voti è la Meloni, e quindi dovrebbero lasciare a lei il posto da presidente del Consiglio. Ma sanno altrettanto bene che questo li porrebbe in una condizione peggio che difficile nei confronti di tutti quelli che hanno l’effettivo potere oggi in questo paese. Che sono le autorità europee, i mercati finanziari e via elencando. Sanno molto bene che è difficilissimo per loro poi tenere in piedi un Governo, anche se avessero una maggioranza parlamentare solida, con Giorgia Meloni presidente. Seconda questione, non è assolutamente detto che vincano. Perché molto dipende da come si muoverà l’altra parte. Se pensano di potercela fare soltanto gridando “aiuto, aiuto, arrivano i fascisti”, allora la partita è chiusa, così non andrebbero da nessuna parte. Ma se riescono a fare due-tre cose – il reddito sociale, occupazione, ricerca – dotate di senso, con l’appoggio, che sarà senza se e senza ma, di tutte le autorità europee, degli Stati Uniti, della Nato, può darsi che se la sfanghino.
Durante e dopo la crisi che ha portato alla caduta del governo Draghi, c’è chi ha detto e scritto che i responsabili avevano fatto un regalo a Putin. Ora si scrive dell’arma dei migranti sul voto, spinti in Italia dai mercenari putiniani della Wagner…
Quella dei migranti sarà una carta usata da Salvini, non dalla Meloni, e questo è già evidente. La Meloni si guarderà bene dal fare demagogie di quel genere, le lascerà fare a Salvini. Si divideranno il compito: la Meloni, durante tutta la campagna elettorale, dare l’idea dell’europeista e della moderata. E Salvini farà “il destro-destro” sui temi tradizionali. Questo fa parte del gioco. La realtà è che la destra c’ha non tanto un problema di coesione, perché alla fine saranno uniti come lo sono sempre stati nei momenti topici. Avrà dei problemi pazzeschi, perché saranno aggrediti dalla propaganda europea su questi piani: la posizione disumana sull’immigrazione e poi che sono gli amici di Putin. E questo potrà pesare elettoralmente, ma mai sufficientemente per farli perdere, se dall’altra parte ci sarà un’accozzaglia senza capo né coda, in cui ognuno correrà per conto suo per stare poi a vedere. In questo caso, non ci sarebbe niente da fare. Possono essere anche demonizzati da tutto il mondo, ma Meloni, Salvini e soci vincerebbero per forza contro un’armata Brancaleone.
A proposito di contenuti e di orizzonti. Da più parti si continua a tirare fuori, come collante di una coalizione ampia, “l’Agenda Draghi”. Lei come la vede?
L’Agenda Draghi è per l’80 per cento obbligata. Per tutti. Chiunque vinca che vuole che faccia? Se vuoi soldi dall’Europa, se vuoi non andare in default, se non vuoi il fallimento…Il problema non è l’Agenda Draghi. Il problema è avere l’immagine che tu sei quello di cui si fidano tutte le potenze occidentali. Voi italiani votate la Meloni, votate Salvini, fate un azzardo. Quelli che davvero contano, è il messaggio vincente per la coalizione anti-destre, sui nostri destini, puntano su di noi. È la mossa di Macron che gli ha permesso di vincere contro la Le Pen.
In tutto questo, la sinistra?
Non esiste. In Italia non esiste più. È chiaro come il sole. Anche qui, è semplicemente un discorso di verità. Si è brillantemente suicidata almeno nel corso degli ultimi vent’anni. Prima, non riuscendo a varare un partito, il Pd, che avesse davvero al suo interno l’idea di una nuova stagione socialdemocratica, un nuovo modello di welfare etc… Poi, Renzi, che con la storia della sinistra non c’entrava biologicamente nulla. E per finire con i disastri ultimi che hanno sdraiato ogni posizione di sinistra sulle posizioni occidentali-atlantiche in politica estera e interna. La sinistra sarà un problema della prossima generazione. Per questa del presente, è un discorso finito.
Molti si sono cimentati, a caldo, nel dare una valutazione, addirittura una pagella, sulla stagione di Mario Draghi politico. A mente fredda, che valutazione si sente di dare di Draghi politico?
Draghi politico è un problema che non si pone. La valutazione di Draghi devi darla in base a quello per cui Draghi è stato chiamato da Mattarella a fare il presidente del Consiglio, che erano questioni eminentemente di carattere tecnico, economico, finanziario. Draghi è la persona che c’ha permesso di avere i soldi dall’Europa, che c’ha permesso di comprare debiti che nessun’altro avrebbe potuto fare e che ci ha condotto prima con la pandemia e poi con la guerra. Draghi va valutato su questo. E su che altro, di grazia? Perché non ha fatto la riforma della giustizia? Ma che ne sa Draghi. La riforma della scuola? Ma quando mai Draghi si è interessato di queste questioni. Sulle questioni per cui Draghi è venuto, ha fatto quello che doveva fare e l’ha fatto benne. In situazioni molto difficili è riuscito a ottenere quello che si poteva ottenere. Più di così cosa doveva fare? Dopodiché, l’hanno preso a schiaffi per il Presidente della Repubblica e quando ha visto che c’era una maggioranza assolutamente traballante, non soltanto Conte, che gli avrebbe probabilmente impedito di fare una Finanziaria adeguata e così via, ha pensato bene di andarsene.
A proposito della valutazione dei singoli. E Conte? Dobbiamo già declinarlo al passato?
Bisognerà vedere se i 5Stelle riusciranno, con qualche miracolo, a tenere una percentuale sufficiente per contare. Se vanno abbondantemente sotto il 10% – più vicini al 5 che al 10 – è chiaro che sono fisicamente finiti. Politicamente lo sono da quel dì. Bisognerà vedere se vincono gli anti-destra o no. Se la destra vince, e vince nettamente, si porrà il problema non soltanto per i 5Stelle e frattaglie varie. Ma si porrà anche per il Pd, voglio sperare. A quel punto ci sarà qualcuno, nel Pd, che dice magari discutiamo un po’. Ci sarà qualcuno che dice adesso magari facciamo un congressino in cui si discute di linea, di come mai la sinistra italiana è fallita in questo modo clamoroso. Io sono allibito di questa situazione. È incredibile: una crisi così palese, così dichiarata, di cui i responsabili, o quelli che dovrebbero esserlo, rifiutano anche la discussione, è una cosa che forse non si era mai vista sulla faccia della terra. Staremo a vedere. Ma lo schema per queste elezioni è chiarissimo: sul piano economico e finanziario, chiunque vinca avrà l’agenda Draghi. Punto. A meno che non si voglia portare il paese a un fallimento epocale. La destra ha il colossale problema che se si presenta esplicitamente dicendo la leadership è Meloni, avrà un assalto da parte di tutte le grandi potenze europee e atlantiche. Con tutti i mezzi e con tutti i modi. Ed è difficile cambiare cavallo. Dall’altra parte, io credo che possano farcela se si presentano davvero dichiarando che s’impegnano a formare un Governo insieme e hanno una immagine politica “Draghi-Macron”. Su quello possono farcela. Qualunque altra ipotesi è irrealistica. E comunque destinata a un miserevole fallimento.
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