«Se devo dirla tutta, sono rimasto molto perplesso. I primi passi del nuovo governo in tema di giustizia non mi pare proprio possano essere letti in chiave garantista». A dirlo è il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, ex capogruppo azzurro in Commissione giustizia alla Camera nella scorsa legislatura.

Senatore Zanettin, è deluso?
Guardi, da un campione del garantismo da tutti riconosciuto come Carlo Nordio ci si aspettava qualcosa di diverso. Posso solo augurarmi, però, che nei primi cento giorni arrivi dall’esecutivo un segnale forte sulla giustizia nel solco del patrimonio culturale di Forza Italia. Anche se non è affatto scontato.

Perché?
All’interno della compagine di governo ci sono sensibilità molto differenti su questi argomenti. E lo sappiamo bene. Comunque, ripeto, ho piena fiducia in Nordio e nel suo viceministro Francesco Paolo Sisto che, oltre essere ad essere di Forza Italia, è un garantista autentico.

A proposito di garantismo, il deputato forzista Giuseppe Mangialavori è stato escluso dal governo dopo che “Repubblica” e il “Fatto Quotidiano” hanno scritto che il suo nome compariva in alcuni atti processuali.
Nella vicenda di Mangialavori siamo abbondantemente oltre la cultura del sospetto. Io non ho letto questi atti, ho letto solo le cronache giornalistiche. Il collega ha subito un veto senza essere mai stato indagato e tantomeno imputato. È qualcosa che non si può accettare e dimostra ancora una volta il pregiudizio nei confronti dei politici che vengono da certe aree del Paese.

Il governo ha deciso di rinviare a fine anno l’entrata in vigore della riforma Cartabia sul processo penale. Ci sarebbe stato un ‘cortocircuito’ fra i lavori della Commissioni e quello dell’Ufficio legislativo di via Arenula, in particolare per quanto concerne le disposizioni transitorie.
Un rinvio di un paio di mesi ci può stare. Sono stati fatti sicuramente degli errori tecnici, è del tutto evidente. C’era fretta di fare le riforme in considerazione delle scadenze che erano state imposte dal Pnrr. Va poi ricordato che queste riforme sono state approvate con un bicameralismo ‘imperfetto’, in quanto arrivavano blindate nell’altro lato Parlamento, senza che fosse possibile alcuna discussione. A onor del vero, però, è sempre stato detto che se qualcosa non funzionava sarebbe stata corretta. C’era talmente tanta carne al fuoco…

E l’intervento sull’ergastolo ostativo?
Riprende il provvedimento che era stato votato alla Camera nella scorsa legislatura dopo le indicazioni della Consulta, che dovrà esprimersi definitivamente il prossimo 8 novembre. Si trattò, comunque, di un testo di compromesso. Ricordiamoci sempre che il primo partito della coalizione del governo Draghi era il M5s. Confido che si possa lavorare, sempre in chiave garantista e del rispetto dei diritti, sul nuovo testo e che non venga anche questa volta ‘blindato’. Ci sono modifiche da apportare assolutamente, come l’equiparazione dei reati contro la pubblica amministrazione a quelli di mafia e terrorismo. È aberrante, tipico della logica manettara e forcaiola dei grillini.

Un paio di provvedimenti invece da approvare subito?
Sicuramente la riforma o l’abolizione dell’abuso d’ufficio oltre a uno dei cavalli di battaglia del programma del centrodestra e di Forza Italia: l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione. Avevo presentato un emendamento a tal proposito anche in occasione della riforma Cartabia. Non è stato ammesso e l’ho già riproposto.

Veniamo al Csm. Lei è sempre favorevole al sorteggio temperato in chiave ‘anticorrenti’ per eleggere i componenti togati?
Sì, ho già depositato un disegno di legge a tal proposito che può essere tranquillamente approvato in quanto non richiede modifiche costituzionali.

Il suo nome gira fra i dieci che il Parlamento dovrà eleggere a dicembre per il Csm.
Non sono interessato a tornare al Csm. Sono stato appena rieletto dopo una campagna elettorale molto intensa e difficile. Gli elettori lo vedrebbero come un tradimento.

Ma se arrivasse la proposta di fare il vicepresidente con il beneplacito del Quirinale? Sarebbe la prima volta che tale ruolo venisse ricoperto da una figura non legata alla sinistra o al centro sinistra.
Non ho idea adesso, ma è una ipotesi che terrei in considerazione.