Oltre mezzo milione di italiani attualmente positivi al Coronavirus, per la precisione 517mila, e circa 2 milioni in quarantena, con un trend che porterebbe a gennaio alla paralisi del Paese. È questo il rischio che corre l’Italia con lo scoppiare della quarta ondata, trainata anche dalla variante Omicron che si sta diffondendo con una incredibile velocità, com già dimostrato in altre parti dell’Europa.

COME FUNZIONA OGGI – Attualmente le regole prevedono, per chi è venuto in contatto con un positivo, la quarantena in casa per sette giorni (se vaccinato) o dieci giorni (se non vaccinato), in attesa di un tampone che ne attesti la negatività.

Metodo che, secondo il direttore della clinica di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, entro fine gennaio 2022 porterà in quarantena 10 milioni di italiani paralizzando di fatto il Paese. 

Per questo il governo, in particolare il ministero della Salute guidato da Roberto Speranza, potrebbe prendere nuove decisioni con una ‘revisione’ dell’obbligo di quarantena e/o nuove misure a favore della vaccinazione. 

UNA NUOVA QUARANTENA – Per Bassetti la soluzione sarebbe quella di disporre la quarantena “solo ai positivi, non ha senso chiudere in casa anche i familiari e i contatti stretti, se sono in salute. Per non parlare dell’isteria da tamponi: i vaccinati dovrebbero farselo solo se hanno sintomi”, spiega al Corriere. 

Va detto che non tutti sono d’accordo con Bassetti. È il caso di Giovanni Maga, che dirige l’Istituto di genetica molecolare del Cnr a Pavia: “Un tampone molecolare negativo dovrebbe restare un requisito”, spiega a Repubblica. “Allentando le regole si rischia di far aumentare i casi oltre misura, peggiorando la situazione anche sul fronte dei lavoratori e dell’economia”, spiega Maga.

LOCKDOWN NO VAX E OBBLIGO VACCINALE – Ma oltre a una revisione della quarantena, di fatto in campo ci sono due proposte da parte degli esperti: una è quella, già sperimentata con successo in Germania e Austria, del lockdown per i non vaccinati.

Replicare uno schema simile da noi vorrebbe dire proteggere una frazione di meno del 10% dei cittadini, senza penalizzare il restante 90%: così li mettiamo al riparo dall’infezione, con possibili esiti gravi, ed evitiamo di mandare in crisi il sistema sanitario”, spiega Roberto Battiston, astrofisico e coordinatore dell’Osservatorio epidemiologico dell’Università di Trento.

Evoca invece l’obbligo vaccinale tout court Sergio Abrignani, immunologo e membro del Comitato tecnico scientifico, in un colloquio col Corriere: “È accettabile che 9 italiani su 10 debbano pagare per il comportamento di pochi? Per non parlare dei danni economici che si abbattono su alcune categorie quando le Regioni cambiano colore. L’obbligo vaccinale è un provvedimento duro? Il Covid è durissimo”. 

Per Abrignani è, come sempre, una questione di numeri: “Se fossimo tutti vaccinati i letti intensivi occupati sarebbero il 20-25% degli attuali, quindi tutta l’Italia sarebbe bianca. Sui 3 milioni circa di over 50 non vaccinati, 1,4 milioni sono over 60, l’8% circa della popolazione totale di questa età. Una minoranza che però riempie le rianimazioni e condiziona la vita del 92% che adempie al dovere”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia