“Caro iscritto, ti scrivo per comunicarti che, a causa delle protratte e gravi morosità di diversi portavoce del MoVimento 5 Stelle che da troppi mesi hanno deciso di venir meno agli impegni presi, saremo costretti a ridurre progressivamente diversi servizi e strumenti le cui spese di funzionamento, in assenza delle entrate previste, non risultano ovviamente più sostenibili”. Si apre così la lettera inviata da Davide Casaleggio agli oltre centomila iscritti della piattaforma Rousseau, un messaggio in cui il figlio del co-fondatore del Movimento 5 Stelle Gianroberto apre quella che appare chiaramente una guerra interna ai pentastellati.

La modalità del gesto appaiono infatti come un metodo già noto ai grillini, la “gogna pubblica”, con una lettera in cui Casaleggio denuncia senza filtri le mancanze dei parlamentari a 5 Stelle e invitando i 100mila iscritti a cliccare su un link che mostra l’elenco di chi non ha pagato la rata da 300 euro mensili che ogni eletto è tenuto a versare per mantenere la struttura web.

Nell’elenco figurano un totale di 48 su 294 tra deputati e senatori, tra cui alcuni nomi di spicco del Movimento: in particolare Giulia Grillo e Paola Taverna, entrambe ferme con i pagamenti al dicembre 2019.

Nella sua lettera Casaleggio quindi avverte: “Alla luce delle gravi inadempienze e del mancato rispetto degli impegni presi, saremo quindi costretti a ridurre risorse, strumenti e servizi non potendo più sostenere le spese e qualora tali condizioni permangano non sarà più possibile garantire l’infrastruttura organizzativa, amministrativa, tecnologica e comunicativa, nonché la tutela legale e le attività di formazione necessarie per il MoVimento 5 Stelle. Il meccanismo di sostentamento attraverso il contributo dei portavoce di 300 euro è quello che abbiamo adottato negli ultimi due anni, dopo averne sperimentati diversi nei tredici anni precedenti senza mai aver attinto a finanziamenti pubblici dei quali con coerenza non faremo mai uso”, sottolinea Casaleggio.

Nel ringraziare “tutti quei portavoce che rispettano ogni giorno il patto preso con tutti gli iscritti del MoVimento e dai quali hanno avuto la fiducia che consente loro di ricoprire ruoli così importanti”, il figlio di Gianroberto ricorda come “nessuno debba essere al di sopra delle regole che ci siamo dati e credo che sia altrettanto importante che nessuno possa anche solo pensare di poterlo essere”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia