Il sogno di Giorgia Meloni ed Enrico Letta di poter confrontarsi in un duello tv in forma ‘ristretta’, escludendo gli altri leader di partito o di coalizione come Carlo Calenda per il ‘Terzo Polo’ e Giuseppe Conte per il Movimento 5 Stelle, si infrange contro l’AgCom.

L’Autorità Garante delle Comunicazioni ha infatti bocciato il confronto televisivo tra i due leader dei principali partiti, almeno stando ai sondaggi, previsto per il prossimo 22 settembre su Rai1, nel salotto televisivo di Bruno Vespa a ‘Porta a Porta’.

Un parere arrivato dopo le sollecitazioni arrivate in particolare dagli esponenti del Terzo Polo, che avevo denunciato come il confronto a due sarebbe stato una grave violazione della par condicio se si fosse limitato a mettere uno contro l’altro i soli leader di Fratelli d’Italia e Partito Democratico.

Denunce che hanno pagato. L’AgCom ha infatti deliberato a maggioranza che “la programmazione di un unico confronto televisivo tra due soli soggetti politici, nonché le attività di comunicazione ad esso correlate, risulta non conforme ai principi di parità di trattamento e di imparzialità dell’informazione, essendo suscettibile di determinare, in capo ai soggetti partecipanti al confronto, un indebito vantaggio elettorale rispetto agli altri”.

Alla bocciatura da parte dell’Autorità ha risposto in prima battuta lo stesso Bruno Vespa: “Mi dispiace. Non avremmo tolto nulla a nessuno e fatto del buon giornalismo. Noi siamo pronti a far confrontare tutti i leader ma è noto che ci sono delle forti resistenze. Pazienza”, ha commentato il giornalista.

Soddisfatto, e non poteva essere altrimenti, Carlo Calenda. Il frontman del ‘Terzo Polo’ su Twitter ha chiosato: “Bene l’AgCom! Abbiamo avuto ragione a sollevare la questione. Adesso si organizzi un confronto vero e serio, come si fa in tutti i paesi civili”. Questa mattina invece è arrivata la risposta di Enrico Letta, col segretario Dem che intervistato da Radio Capital mostra di non aver accolto con gioia la decisione dell’AgCom, definendola “una scelta bizantina, non ho ancora capito se è un no, un ni o un sì. La studieremo bene e decideremo il da farsi“, ha aggiunto il leader del PD.

Il richiamo ai Tg sulla par condicio

Ma l’AgCom non si è fermata allo stop al duello tv tra Letta e Meloni. Con una seconda delibera, come sottolineato dal segretario della commissione di Vigilanza Rai, il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, l’Autorità per le comunicazioni “ha richiamato tutti i tg per il mancato rispetto della parità di trattamento dei soggetti politici nei notiziari. In particolare il più danneggiato è il Terzo Polo di Calenda e Renzi, come si può vedere dai dati del monitoraggio 3-20 agosto. Ora i tg devono riequilibrare fin da subito: va garantito pari spazio a ogni singolo soggetto politico, che sia una coalizione o una lista. Significa che la coalizione di destra, che rappresenta un unico soggetto politico con tutti i partiti che la compongono, deve avere lo stesso spazio della lista Terzo Polo, e lo stesso vale per la coalizione di sinistra”, ha scritto sui social Anzaldi.

“”Non sarà più consentito – prosegue Anzaldi – assistere ogni sera, ad esempio al Tg2, alla sfilata di sonori di Meloni, Salvini, Berlusconi, Lupi, Toti, Brugnaro, oppure alla sequenza di sonori Letta, Di Maio, Fratoianni, Bonelli, mentre al Terzo Polo non viene dato nessuno spazio oppure un unico sonoro. Se lo spazio dato al Terzo Polo è uno, come avviene ad esempio per i Cinque stelle che tutte le sere sono nei tg, così lo spazio per la destra e per la sinistra dovrà essere uno ciascuno. Se va in voce Meloni, non può andare anche Salvini. Se c’è Letta, non può esserci anche Di Maio. Le coalizioni dovranno essere rappresentate da un unico esponente. Non sarà più consentito vedere assegnato alla destra il 45% degli spazi, mentre al Terzo Polo solo il 5%. In sintesi: visto che i soggetti politici principali di questa campagna elettorale sono 4 (Destra, Sinistra, Terzo polo, M5s), gli spazi devono essere divisi in 4, gli spazi di parola dovranno essere paritari e quindi per ciascun soggetto politico parlerà un unico esponente. Ora l’Agcom ha il dovere di vigilare per il rispetto fin da subito del richiamo appena deliberato, per non perdere altro prezioso tempo di questa campagna elettorale“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia