Renzi “se n’è ghiuto e soli ci ha lasciati”. In verità fu Elio Vittorini a sbattere la porta quando andò via dal Pci, e Don Rodrigo di Castiglia – alias Palmiro Togliatti – gli rispose con un corsivo il cui titolo è un verso di una vecchia canzone napoletana.

Matteo Renzi è fatto così, le sue scelte politiche sono fulmini al ciel sereno. Fuoriuscì dal Partito democratico insalutato ospite, e fondò Italia Viva, il cui discreto successo elettorale lo acquisì alle ultime politiche, alleandosi con Azione di Carlo Calenda. Coloro che erano contro il bipopulismo pensarono, in buona fede, di aver trovato il “Santo Graal”, invece i “dioscuri” stavano per finire alle carte bollate. Alle elezioni europee un disastro annunciato per Renzi alleato di Emma Bonino e dei socialisti. Idem per Calenda che ballava da solo ed ancora continua con quello spartito. Vattelappesca. Al che Renzi ha deciso di tornare sul luogo del delitto: il Partito democratico.

Ma al contrario del Figaro del Barbiere di Siviglia, non “tutti mi chiamano”, non “tutti mi vogliono”. Ironia della vita, dopo essere stato perseguitato dalla procura di Firenze – leggasi inchiesta Open – e, finalmente, prosciolto, si sente perseguitato dalle “sorelle”, e non sono quelle di Aldo Palazzeschi, per via di una norma approvata dal parlamento a lui sgradita. Il bipopulismo è egemone e domina la scena politica con due attrici, Giorgia Meloni, presidente del consiglio, ed Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, aspirante candidata premier. Un’ambizione sbagliata non avendo il quid politico e il sex appeal necessario per convincere gli elettori a votarla.

Il jolly, per la candidatura a inquilino di Palazzo Chigi, è bell’e pronto: Paolo Gentiloni. Non è un fulmine di guerra, ma l’ex premier ha qualità politiche e umane per essere il prescelto. Per dirla con Giuseppe De Rita, l’una e l’altro non sono della razza “oligarchica”. Cosa significa, che Giorgia Meloni l’avremo premier vita natural durante? Con questi chiari di luna, probabile. C’è da dire che non ha mandato in porto alcune delle riforme istituzionali e costituzionali promesse, e meno male che le ha messe nel cassetto. Comunque la riforma dell’autonoma differenziata è stata silurata dalla sentenza della Corte costituzionale. Nondimeno, ha dimostrato di avere una visione dell’Italia.

È il caso di dire “Quo vadis” Italia? Una domanda non solo posta alla maggioranza di governo, ma anche all’opposizione. Sanità, scuola, salario: le tre s della Schlein, che non sono altro che una sorta di fuoco fatuo, se non riuscirà a spiegare le qualità delle riforme e le conseguenti coperture finanziarie. Fatto sta che Meloni e Schlein non hanno il partito munito della cassetta degli attrezzi, la progettualità, motivo per cui improvvisano e navigano a vista.

Sennonché il paese e la politica viaggiano separatamente, il governo ha svuotato il parlamento, il 50 per cento degli elettori non si recano alle urne, visto che i parlamentari non sono eletti, bensì, nominati dai vertici dei partiti e, d’altro canto, i partiti non hanno alcun ruolo e funzione essendo in mano ai leader, perdipiù fatti a loro immagine e somiglianza. Meglio la presidente Meloni come globe trotter in politica estera, avendo scelto l’ombrello atlantico e indossato l’impermeabile double-face europeo. Figlia della destra estrema novecentesca dovrà confrontarsi con i nuovi alleati d’oltreoceano, i quali sono portatori di una accelerata rivoluzione tecno capitalistica nel medesimo modo in cui fu usato il capitalismo delle macchine in era fordista.

Per questa ragione ci vuole, da parte delle forze avverse, un nuovo sforzo progettuale politico e sociale. E siccome non è più tempo di andare alla ricerca del federatore al servizio del Partito democratico per coprirlo a destra, occorre costruire una forza liberal socialista di nuovo conio autonoma e indipendente, terzista, fuori dal bipopulismo e capace, vuoi di sintetizzare in un comune orizzonte il pensiero liberalsocialista sia il reale che l’ideale di queste culture storiche, vuoi di cambiare il mondo in cui la scelta etica è incorporata nella decisione politica. Due storie che vengono da lontano e andranno lontano e solo loro possono costruire l’alternanza alla sinistra massimalista e alla tecno destra, il cui vento d’oltreoceano sta soffiando in Europa e, in specie, in Italia.