“A me il regime del 41bis non piace affatto. Anzi, non serve assolutamente a nulla e, come in questo caso, ha un effetto contrario a quello che dovrebbe avere”, afferma l’avvocato genovese Corrado Pagano, difensore di Roberto Adinolfi, l’ex manager dell’Ansaldo gambizzato il 17 maggio del 2012 dall’anarchico Alfredo Cospito che per quell’azione venne poi condannato a dieci anni di reclusione.

Avvocato Pagano, quale sarebbe l’effetto “contrario”?
Si rischia di creare un martire. Se Cospito ha commesso dei reati o ne sta commettendo, che venga processato. Ma non ritengo sia giusto infliggergli delle sofferenze e dei tormenti inutili.

A cosa si riferisce?
Mi dicono che essendo sottoposto a questo regime detentivo gli è impedito, ad esempio, di ritirare i libri dalla biblioteca del carcere. A cosa serve una misura del genere? Sinceramente non capisco. La Costituzione non dice che la pena deve essere afflittiva.

Molti affermano che il regime del 41bis nei confronti di Cospito sia necessario dal momento che egli pare essere l’ispiratore dei vari attentati da parte degli anarchici in suo nome di queste settimane.
Se si vogliono troncare i legami con l’esterno esistono altre misure prima del 41bis. Penso al controllo della corrispondenza o al controllo delle telefonate. Credo che queste due misure siano già sufficienti a tale scopo, senza per forza sottoporre Cospito a ciò che viene comunemente definito il “carcere duro”.

Un altro aspetto riguarda il fatto che in questi anni l’anarchico pescarese non si sia pentito delle sue azioni o abbia chiesto scusa.
Ma cosa significa ‘pentirsi’? Premesso che nessuno quando si pente dice tutto quello di cui è a conoscenza, perché ci si dovrebbe pentire? Ci sono tanti motivi alla base della scelta di non pentirsi. Una persona potrebbe aver paura o avere poco da dire.

Lei ha difeso molti terroristi durante gli anni di piombo. Ci sono differenze rispetto a quel periodo?
Ma senza dubbio. Noto un clima di grande fermento da parte degli anarchici, ma ci si limita a degli attentati con ordigni incendiari. Non mi pare al momento un fenomeno pericoloso. Negli anni Settanta c’era d’aver paura ad uscire di casa. Le Br sparavano, la gente moriva ammazzata. La violenza era all’ordine del giorno, non si possono fare confronti per rispondere alla sua domanda.

Cospito, secondo lei, avrebbe voluto uccidere Adinolfi?
Il mio assistito è in silenzio su questa vicenda ormai di molti anni fa e in quanto suo legale rispetto questo suo silenzio e non voglio entrare nel merito della vicenda. Fatta questa puntualizzazione, non ritengo che Cospito avesse cercato d’ucciderlo. Gambizzarlo non è comunque una bella cosa ma avere una volontà omicida è diverso.

Come finirà questa vicenda? Cospito sta facendo lo sciopero della fame da oltre cento giorni, ha perso più di 40 kg. Ha fatto anche sapere che continuerà fino a quando il 41 bis non sarà abolito. Non solo per lui ma per tutti.
E’ sempre difficile fare delle previsioni ma credo che non succederà assolutamente nulla.

Perché?
Il 41bis riguarda in questo momento svariate centinaia di persone. E dal momento che la legge è uguale per tutti, se dovesse essere abrogato nei confronti di Cospito dovrebbe esserlo anche per gli altri che hanno vicende processuali diverse. Comunque ogni decisione spetterà, come sempre, ai magistrati.