Il segretario dem spazia su tutti i temi: Quirinale, pensioni, Ius soli, M5S, migranti e la richiesta al governo di accelerare sulle delocalizzazioni. Sottolinea l’importanza della costruzione di un campo largo “con cui si vince” contro i sovranisti ed “è la strada giusta da perseguire” per il centrosinistra. “Non sono tornato per vivacchiare ma perché ho un progetto in testa: ossia costruire una proposta progressista”.
Letta è nello studio di Repubblica insieme ai sei ‘osservatori indipendenti’ che ha voluto al fianco del Pd. Nessuno ha la tessera del Partito democratico: lo scrittore Gianrico Carofiglio, il fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, l’ex segretaria della Cisl Annamaria Furlan, poi l’esperta di sostenibilità ambientale Monica Frassoni, il professor Carlo Cottarelli ed Elly Schlein, vicepresidente dell’Emilia Romagna.
QUIRINALE – “Bisogna parlarne dopo gennaio” ha esordito il segretario dem. “Il Pd ha sviluppato anticorpi” dai tempi della ‘carica dei 101’ “e i gruppi del Pd saranno molto più compatti di quello che si pensa”. Nessun commento su Berlusconi al Colle: “Non voglio dire altro” poi dopo l’elezione del capo dello Stato “si discuterà il giorno dopo”.
CAMPO LARGO SENZA RENZI – “Oggi entriamo in una fase di costruzione di qualcosa di nuovo e a partire da questo vedremo chi vuole essere protagonista di questo campo largo e chi no” ha detto Letta che poi appoggia le parole di Carofiglio: “C’è chi dice che Renzi stia guardando verso destra, penso che ci sia una dimensione fortemente tattica di Renzi”.
DELOCALIZZAZIONI – “È importante che il testo che il governo farà uscire nei prossimi giorni resista a pressioni e sia portatore di cose buone per imprese e lavoratori. Sul testo su cui si sta lavorando è possibile che le imprese sane si riconoscano nell’impegno contro le delocalizzazioni predatorie”
M5S NEI SOCIALISTI EUROPEI – “Questa convergenza c’è già stata nel Conte 2. Non è una questione di schieramento, ma di partire dai temi: l’Europa è stata un elemento divisivo tra noi nel passato” ma c’è “un’evoluzione. Vedremo cosa comporterà”, ha detto sulla possibile entrata del Movimento nell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.
IUS SOLI – “In questo Parlamento la maggioranza purtroppo non c’è” per approvare la legge molto cara a Letta. “Non vuol dire che non teniamo alta la bandiera e la promuoveremo per farlo il giorno dopo che vinceremo le elezioni”. Poi si è soffermato sui numeri in parlamento: “Nei sondaggi risulta un Pd primo partito in Italia, ma in Parlamento rappresenta il 12% dei parlamentari attuali, perché nel 2018 ha perso e poi ha subito una scissione. Costruire provvedimenti che arrivino al 51% non è semplice”.
PENSIONI – “È bene che il tavolo della riforma si apra immediatamente, anche perché sarà una discussione complessa. La priorità di soluzione deve essere data alle parti della nostra società oggi più svantaggiate: donne, giovani, e lavoro gravosi usuranti. Sono convinto che si troverà una soluzione superando le quote”.
MIGRANTI – È necessaria una “Schengen dell’immigrazione. Con Polonia e Ungheria che hanno il diritto di veto non si farà nulla. Sull’immigrazione serve una cooperazione che deve partire da Francia, Germania, Italia e Spagna, che costruisca una politica migratoria complessiva. Altrimenti saremo sempre sottoposti a chi gioca sulla rabbia.
In conclusione un siparietto calcistico. Letta lancia una frecciatina da milanista al professor Carlo Cottarelli (promotore di Interspac, il progetto di azionariato popolare per i tifosi nerazzurri). “Comprerà l’Inter?”, “No comment”, ha tagliato corto Cottarelli. Si è inserito Letta, con una battuta: “Intanto hanno già cominciato con gli arbitri”. “Questo è un colpo basso – ha replicato Cottarelli – non è possibile”.
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