II “tradimento” si consuma in un’afosa giornata romana. Il “tradimento” di quel “mondo solidale” che aveva chiesto ai parlamentari di porre fine al finanziamento degli “aguzzini” libici. E invece… Invece la Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza che autorizza le missioni militari all’estero, deliberate dal governo. A favore ha votato anche FdI. I “sì” sono stati 438, i no 3, gli astenuti 2. Tecnicamente l’aula ha approvato la relazione delle commissioni difesa ed esteri in cui il Governo è impegnato a “verificare la possibilità che dalla prossima programmazione vi siano le condizioni per superare” la cooperazione con la Guardia costiera libica, trasferendola alla missione Ue e Irini. La Camera ha anche bocciato la risoluzione presentata da alcuni deputati di Pd, ex M5s, LeU e + Europa che chiedeva la chiusura definitiva della missione di collaborazione dell’Italia con la Guardia costiera libica. Sulla risoluzione il Governo aveva espresso parere contrario.

«Continuare a sostenere direttamente e indirettamente la deportazione di uomini, donne e bambini nei centri di detenzione in Libia facendo finta che questa realtà non esista configura nei fatti una violazione delle Convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani. Non è sufficiente spostare la catena di comando» e «per questo voteremo contro il rifinanziamento della missione bilaterale di supporto alla Guardia Costiera libica convinti che sia nostro dovere opporsi a una così grave violazione dei diritti umani che avviene a poche miglia dalle nostre coste».
La proposta di risoluzione era stata sottoscritta dai deputati di Articolo uno, di Leu, da alcuni dem, esponenti di +Europa e degli Ecologisti: Bersani, Boldrini, Bruno Bossio, Cecconi, Conte, De Lorenzo, Dori, Ehm, Fassina, Fioramonti, Fornaro, Fratoianni, Fusacchia, Lombardo, Magi, Muroni, Orfini, Pastorino, Pini, Pollastrini, Raciti, Rizzo Nervo, Sarli, Stumpo, Suriano, Termini, Timbro e Trizzino.

«Lo dico ai colleghi del Pd, non c’è nulla da verificare, è già tutto noto quello che avviene in Libia anche per mano della Guardia Costiera che alimenta un circuito di violenza, sequestri, detenzioni illimitate e stupri. Se non impegniamo il nostro Paese e la comunità internazionale nell’evacuazione di quei centri di detenzione e in una nuova missione di salvataggio nel Mediterraneo centrale non avremo credibilità e autorevolezza neanche quando chiediamo rispetto dei diritti umani e garanzie per Zaki, e nemmeno quando condanniamo l’Ungheria e la Polonia per le violazioni delle stato diritto», così Riccardo Magi, deputato di +Europa-Radicali, intervenendo in dichiarazione di voto sulle missioni internazionali.

«Il tema dei finanziamenti alla Libia non è la stabilizzazione del Paese ma l’esternalizzazione delle frontiere – gli fa eco Palazzotto (LeU). Se i finanziamenti servissero a stabilizzare la Libia e a costruire ospedali sarei disposto a spendere anche cifre maggiori, ma non lo sono per finanziare la cosiddetta guardia costiera libica che è palesemente in combutta con i trafficanti di esseri umani e che opera in mare sparando e speronando uomini, donne e bambini in fuga».
Durissimo è il commento di Matteo Orfini, parlamentare dem ed ex presidente del Partito Democratico: «È un voto orribile – dice Orfini a Il Riformista -. Si è di fatto confermata la missione di collaborazione con l’autorità libica. L’emendamento che ha voluto il Pd nella sostanza non cambia niente, perché l’invito tra un anno a valutare se si può sostanzialmente far fare le stesse cose sotto la direzione dell’Europa e non dell’Italia è meno di un pannicello caldo. Resta l’impianto che produce la violazione sistematica dei diritti umani. Ancora una volta – aggiunge Orfini – si è scelto di chiudere gli occhi. E mi dispiace che l’abbia fatto anche il Pd».

E nel “mondo solidale” scoppia la rivolta. Innumerevoli sono le prese di posizione contrarie. «Nonostante si continui a morire nel Mediterraneo, nonostante la violazione dei più basilari diritti umani nei lager libici, i cui crimini sono sotto gli occhi di tutti, il Parlamento ha oggi (ieri, ndr) votato per il rinnovo degli stanziamenti alla (cosiddetta) Guardia costiera della Libia – annota Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam – Ma la cosa più grave è che l’approccio rimane sostanzialmente quello della stabilizzazione dell’area, contenimento dei flussi e esternalizzazione delle frontiere. A nessuna missione navale è stato affidato il compito di ricerca e soccorso in mare, rimanendo tale funzione affidata alla Guardia costiera libica. Non potremo non dirci complici di nuovi orrori e dei crimini compiuti nei centri di detenzione della Libia a cui assistiamo dal 2017. Un ringraziamento va invece a quei parlamentari che non si arrendono allo status quo e che lavorano affinché cambi la linea politica del nostro paese».

«Non c’è stata nessuna attenzione per noi: tante organizzazioni, molto diverse tra loro ed espressione di mondi variegati, hanno chiesto di essere ascoltate dalla politica che invece va avanti per la sua strada – sottolinea Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione di Arci-. A parte un piccolo drappello di volenterosi, il Parlamento ha deciso di voltare le spalle alla società civile». «C’è una parte significativa della società civile che non si rassegna a questa situazione e vuole essere ascoltata da chi la rappresenta –sottolinea a sua volta padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli -. Essa chiede un cambio di visione e di politiche che rimettano al centro dignità e diritti dei migranti che cercano di giungere in Europa. A chi si trova in questo momento a dover decidere chiediamo di ascoltare la voce dei sopravvissuti alla Libia che sono riusciti ad arrivare in Italia – l’invito -. Sono storie di violenze indicibili. Sono vite ferite dall’odio e segnate dalla mancanza della volontà politica di porre fine a questa pagina nera della nostra storia». Una brutta storia che il voto di ieri ha reiterato.

E nel giorno in cui il Parlamento italiano è tornato a esprimersi sulle missioni all’estero e sul rifinanziamento della Guardia costiera libica, Amnesty International e l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) hanno pubblicato due rapporti che puntano il dito sulle conseguenze del sostegno italiano ed europeo alle autorità di Tripoli in materia di contenimento della migrazione. «Il nostro rapporto evidenzia inoltre la perdurante complicità degli stati europei, che continuano vergognosamente a rafforzare e assistere i guardacoste libici nella cattura di persone in mare e nel ritorno forzato di queste ultime nell’inferno dei centri di detenzione della Libia, anche se nelle capitali europee si sa perfettamente a quali orrori quelle persone andranno incontro», dichiara Diana Eltahawy, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord. Tra queste capitali c’è Roma. Nessuno può dire: non sapevo. Si può essere complici in tanti modi: anche con un voto.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.