L’audizione del Capo di Stato maggiore
Lo Stato Maggiore della Difesa avverte: il sostegno all’Ucraina ci sta lasciando senza scorte di armi

Altro che Russia senza scorte di armi. L’esercito di Mosca si ritrova effettivamente impelagato in un conflitto che doveva essere “lampo”, per prendere Kiev in pochi giorni e sostituire il presidente Volodymyr Zelensky con un uomo di fiducia del Cremlino, invece i militari russi si trovano dopo 13 mesi a battagliare nel Donbass già in parte controllato sin dallo scoppiare della guerra civile del 2014.
Eppure, nonostante le sanzioni internazionali che stanno mettendo a durissima prova l’economia russa e che col passare dei mesi avranno effetti sempre più dirompenti in particolare su alcuni settori chiave, per ora sono i partner occidentali dell’Ucraina a soffrire, almeno per quanto riguarda lo sforzo bellico.
Lo dice senza mezzi termini il capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, in audizione alla Commissione Difesa ed Esteri del Senato. “Il sostegno all’Ucraina ha creato problemi un po’ a tutti: quando mi sono trovato nei vari consessi con le nazioni alle alleate o con quelle che fanno parte con altri del gruppo di contatto per l’Ucraina, sono stati tutti fortemente coinvolti e preoccupati per l’abbassamento del livello delle scorte, che non si è abbassato oltre il livello di allarme ma tutti quanti ci siamo avvicinati a quel limite e ci siamo resi conto che non abbiamo un supporto adeguato in questi casi”, ha spiegato Cavo Dragone durante l’audizione.
Secondo il capo di Stato maggiore della Difesa il tema dei tempi sull’approvvigionamento di armi “andrà affrontato anche a livello di Unione europea“. “Abbiamo vissuto – ha spiegato Cavo Dragone – gli ultimi venti anni pensando di fare lotta al terrorismo, guerre asimmetriche e peacekeeping, ma un’attività così massiva come si è manifestata nel teatro ucraino-russo non era tra le priorità. Non possiamo permetterci di prenotare sistemi d’armi, di munizionamento o di missili e averli tra venti mesi, perché tra venti mesi non possiamo sapere chi sono i buoni e cattivi”.
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