Le decisioni dei pm di Brescia
Loggia Ungheria, chiesta l’archiviazione per Greco: rischiano il processo Davigo e Storari
Archiviazione. E’ la richiesta della Procura di Brescia dopo la chiusura delle indagini nei confronti di Francesco Greco, procuratore capo di Milano, indagato dai magistrati bresciani (competenti su Milano) per omissione in atti d’ufficio in relazione ai verbali dell’avvocato Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria.
Procura di Brescia che ha chiuso le indagini anche per l’aggiunto Fabio De Pasquale e il pm Sergio De Pasquale, indagati dalla Procura di Brescia per rifiuto in atti d’ufficio in relazione al processo Eni-Nigeria. Stesso provvedimento è stato inviato anche all’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo e al pm Paolo Storari accusati di rivelazione di segreto d’ufficio per la diffusione dei verbali di Amara sulla loggia Ungheria.
Nessuno atto conclusivo di indagine è stato invece notificato all’aggiunto Laura Pedio, indagata nello stesso filone del procuratore Greco.
L’INDAGINE SU GRECO E LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE – Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, tra le motivazioni che hanno spinto la Procura di Brescia a chiedere al gip l’archiviazione di Greco dall’ipotesi di reato di omissione d’atti d’ufficio viene sottolineato che non spettava a Greco iscrivere le possibili notizie di reato presenti nei verbali di Amara sulla loggia Ungheria. Il fascicolo era infatti coassegnato al pm Storari e al procuratore aggiunto Pedio, vice di Greco e dotata di ampia autonomia dal procuratore.
Per i magistrati di Brescia inoltre il pressing di Storari su Greco affinché si procedesse ad indagini sulle affermazioni di Amara risulta messo per iscritto soltanto dall’aprile 2020: con l’iscrizione nel registro dei primi indagati il 13 maggio successivo è troppo breve il tempo per i pm bresciani per configurare una omissione da parte di Greco.
LA POSIZIONE DI DAVIGO – Quanto all’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo, secondo i pm bresciani avrebbe violato “i doveri inerenti alle proprie funzioni” e abusato “della sua qualità di componente del Csm”, pur avendo “l’obbligo giuridico ed istituzionale” di impedire “l’ulteriore diffusione” dei verbali di Piero Amara e ne “rilevava il contenuto a terzi”, consegnandoli senza alcuna “ragione ufficiale” al consigliere del Csm Giuseppe Marra.
Il legale di Davigo, l’avvocato Francesco Borasi, in merito alla chiusura delle indagini per l’ex componente del pool di ‘Mani Pulite’ ha spiegato che commenterà il tutto “dopo aver letto attentamente gli atti” che saranno depositati nei prossimi giorni.
Come noto il pm Storari, per “autotutelarsi” dalla presunta inerzia del procuratore capo Greco in merito alle indagini sui verbali di Amara, consegnò nell’aprile del 2020 i documenti all’allora componente del Consiglio superiore della magistratura. Verbali che non appena Davigo andò in pensione, sarebbero stati recapitati dalla sua segreteria, Marcella Contraffatto, nelle redazioni di Repubblica e Fatto Quotidiano.
DE PASQUALE, SPADARO E IL CASO ENI-NIGERIA – Gli altri due avvisi di chiusura indagine riguardano invece il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e al pm Sergio Spadaro, accusati di omissione di atti d’ufficio per il mancato deposito nel processo Eni-Nigeria, finito con l’assoluzione di tutti gli imputati ‘eccellenti’, di elementi emersi nell’indagine di Storari sul complotto. Quegli indizi avrebbero potuto mettere discussione l’attendibilità di Vincenzo Armanna, principale accusatore di Eni.
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