I richiami e gli appelli degli ultimi giorni, da parte di diversi leader europei, sull’opportunità dei ventisette paesi dell’Unione di aumentare la spesa militare e dotarsi così di un sistema di difesa comune moderno e efficace, rispetto al cambiamento repentino degli equilibri geo-politici mondiali, ha fatto crescere l’interesse e il coinvolgimento degli utenti che si sono ingaggiati nelle conversazioni digitali.

Nell’ultima settimana, in particolare, le parole chiave difesa europea e Rearm Europe, quest’ultima scelta proprio da Ursula von der Leyen per il piano da 800 miliardi di euro per incrementare la spesa nella difesa, ha incassato un numero consistente di menzioni e interazioni. Infatti, se sommiamo le citazioni complessive abbiamo un totale di 120mila menzioni che a loro volta, però hanno generato un volume di oltre 2 milioni di interazioni. Questi picchi di interesse oltre a misurare l’attenzione che da utenti riserviamo ogni volta ai singoli temi del dibattito pubblico, mettono in luce anche un secondo aspetto da non trascurare che riguarda invece il tempo medio della nostra emotività digitale.

Come è stato già osservato in tante altre circostanze in passato, quanto la nostra attenzione di follower e utenti viene attratta da un evento, da una dichiarazione o da una pubblicazione, immediatamente siamo portati a manifestare una reazione, in modo irrefrenabile allorquando occorre rendere manifesta e condivisa un sentimento di indignazione e protesta. Poi, passata qualche ora o qualche giorno, la bulimia algoritmica ci spinge verso altri lidi e ciò che ci appariva una crociata, una causa per la quale avremmo dato e speso tutto noi stessi, viene del tutto dimenticata o rimossa fino alla prossima scarica emotiva.

Questo stesso atteggiamento lo possiamo registrare sul tema della difesa europea: il sentiment sostanzialmente positivo generato dalle chiavi di ricerca ci conferma quanto gli utenti hanno manifestato una preoccupazione diffusa sul tema della sicurezza e sulla necessità di garantire all’Europa un futuro di pace, ma è assai probabile che tra qualche giorno questo valore e questi dati avranno una diversa polarità. Con la società digitale, l’opinione pubblica è salita – e non è al momento intenzionata a scendere – sull’altalena algoritmica.

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Domenico Giordano è spin doctor per Arcadia, agenzia di comunicazione di cui è anche amministratore. Collabora con diverse testate giornalistiche sempre sui temi della comunicazione politica e delle analisi degli insight dei social e della rete. È socio dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica. Quest'anno ha pubblicato "La Regina della Rete, le origini del successo digitale di Giorgia Meloni (Graus Edizioni 2023).