A due settimane da lunedì 24 gennaio, giorno in cui in Parlamento è in programma la prima votazione per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica dopo la fine del mandato di Sergio Mattarella, Silvio Berlusconi ribadisce la linea di Forza Italia e lancia, di fatto, un ultimatum all’Esecutivo. “Con Draghi al Quirinale si va al voto anticipato” è il ritornello che ripete ai suoi fedelissimi. Per l’ex premier la convinzione è quella che non si può interrompere il lavoro svolto finora dal governo che lui stesso ha promosso, ci tiene a dire in ogni colloquio, pertanto “meglio che Draghi resti dov’è, in caso contrario Forza Italia non sosterrebbe un altro esecutivo“.

Dal canto suo l’attuale premier tace sull’argomento (“non rispondo a domande sui futuri sviluppi, sul Quirinale e altro”, puntualizza il premier in conferenza stampa) mentre il segretario del Pd Enrico Letta è su tutte le furie: “Penso che Berlusconi smentirà quelle parole, che sono di detti e detti riportati. Se fossero state dette veramente sarebbero molto gravi, sono sicuro che verranno smentite. La tempistica è sbagliata, profondamente”. Il leader Pd, a Metropolis, il podcast di Repubblica, insiste “non è il momento del muro contro muro ma dell’unità e della condivisione” e il Cav come “capo di partito è divisivo per definizione come me, Salvini o Conte”.

Berlusconi è atteso a Roma nella giornata di martedì 11 gennaio. Non è stato ancora fissato un incontro a Villa Grande con i leader di centrodestra Matteo Salvini e Giorgia Meloni e con gli altri rappresentanti dei partiti centristi. Ma saranno giorni caldi per tracciare la linea, e soprattutto la conta, in vista del 24 gennaio. In questi giorni di festa non si è mai fermato e con precisione ha aggiornato il pallottoliere, certo di poter raggiungere e superare quota 505 preferenze, quelle necessarie per essere eletto a partire dalla quarta votazione.

Nelle scorse ore però il Cav ha incassato il no del partito di Giovanni Toti, Coraggio Italia che, stando a quanto apprende LaPresse, si avvia infatti a puntare su Mario Draghi al Colle, negando quindi il sostegno al leader di Forza Italia. Questa posizione dovrebbe essere ufficializzata mercoledì nel corso della riunione congiunta di senatori e deputati. Alla riunione convocata alla Camera saranno presenti anche i vicepresidenti Marco Marin e Gaetano Quagliariello. Coraggio Italia conta su 31 grandi elettori per l’elezione del Presidente della Repubblica: 21 deputati, 9 senatori, il Presidente della Regione Liguria.

“Il 23 Toti è venuto al vertice e ha sottoscritto un documento comune che diceva un’altra cosa…”, si fa notare dagli ambienti Azzurri. Che poi sarà questa la posizione che il centrodestra terrà fino alla fine è ancora tutto da vedere. Nella Lega c’è chi pensa che Berlusconi prima o poi farà un passo di lato: “Vuole essere il king maker, e magari in cambio della rinuncia ottenere il seggio da senatore a vita”, ipotizza un parlamentare di lungo corso del Carroccio.

Redazione

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