“Non trattarono così male nemmeno Totò Riina, invece Maradona quando arrivava a Napoli veniva assediato e gli toglievano orecchini e orologi di dosso”. Così Angelo Pisani racconta la vera e propria gogna cui fu sottoposto Diego Armando Maradona che per lunghissimi anni non ha potuto mettere piede a Napoli: sul suo capo pendeva la pesante accusa di evasione fiscale. Processo in cui l’avvocato Pisani, esperto di diritto tributario, è stato al suo fianco per molti anni e che si sarebbe definitivamente concluso il prossimo marzo 2021, momento in cui la Cassazione avrebbe espresso il verdetto definitivo. “Ma il campione è sempre stato innocente e lo avevamo provato”.

L’accusa era quella di non aver pagato una presunta cartella esattoriale consegnatagli negli anni ’80. Pare che la consegna fosse addirittura avvenuta al Campo Paradiso e che non fosse mai arrivata nelle mani del calciatore se non dopo numerosi anni. “Non poteva tornare a Napoli perché il fisco lo perseguitava – ha raccontato Pisani – Feci una ricerca attraverso documenti vecchi di 20 anni e capì che non c’era mai stata nessuna evasione fiscale. C’era stata una grande strumentalizzazione, si usava il nome di Maradona per fare la battaglia del fisco contro la povera gente”.

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“Si dichiarava Maradona come evasore fiscale anche e soprattutto perché era napoletano – continua Pisani – Lui pagava per aver dato lustro alla città e aver fatto vincere Napoli nel mondo. Lui era l’emblema di Napoli. La riscossione, così violenta e brutale, in quegli anni nasceva a Napoli”. Pisani andò a casa sua a Dubai e gli spiegò perché non era un evasore fiscale.

“Quella cartella esattoriale riguardava un tributo che era di competenza del calcio Napoli, datore di lavoro di Maradona – spiega Pisani – ma era anche stato già pagato dalla Calcio Napoli dal fallimento della società. Quindi non solo non esisteva l’evasione ma quel tributo era dovuto da un altro soggetto che era l’obbligato in solido mentre Maradona era solo il dipendente”.

Il problema affliggeva Maradona che per molti anni pur rientrando in Italia non aveva mai rimesso piede a Napoli. Risolto, il campione tornò a camminare per le strade di Napoli da uomo libero. Ebbe anche la cittadinanza onoraria dalla città che più di ogni altra lo ha amato. La causa è durata dal 2010 ad oggi, si sarebbe conclusa a Marzo 2021, momento in cui la cassazione si sarebbe espressa sulla sostanza della questione. “Così avremmo dimostrato al mondo che questa evasione non c’è mai stata – continua l’avvocato – Purtroppo finisce oggi ma Diego Maradona ancora una volta ha fatto vincere la verità, il bene sul male, e tutte le cattiverie, le strumentalizzazioni, le persecuzioni, hanno trovato un muro davanti ma certamente non hanno abbattuto Maradona”.

Pisani gli è stato vicino anche in un altro momento delicato della vita: la decisione di riconoscere il figlio Diego Jr. Una scelta arrivata tardi ma di cui il campione fu molto felice. “Diego ha sempre fatto del bene a tutti ma era circondato da molte persone ignoranti, gelose, possessive che gli hanno fatto commettere degli errori – continua il racconto – Molti hanno cercato di tenerlo lontano dal figlio per motivi economici e psicologici. Ma io sono riuscito a convincerlo a fare pace con quel figlio e a riconoscerlo. Ne parlò anche con il Papa”.

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Sebbene il Pibe de Oro fosse stato al centro di svariate polemiche per Pisani ha rappresentato comunque l’onestà del calcio. “Maradona ha sempre denunciato quel sistema calcio che speculava e faceva compromessi – dice Pisani – tutto il marcio che c’è intorno al pallone. Ma Maradona non è morto, lui è il pallone”.

“Ammetteva di aver fatto tanti errori ma lui non ha mai fatto male a nessuno – continua Pisani – gli errori che ha fato erano tutti contro sè stesso. Diceva: ‘ho pagato per i miei errori ma oggi posso camminare a testa alta cosa che on possono fare tanti politici, posso camminare anche nudo e nessuno mi dirà che sono falso”.

Nonostante tutto Maradona non ha mai dimenticato la sua Napoli che definiva “mi casa”. C’era una cosa che amava particolarmente a Napoli: i cuscini che aveva provato in un albergo dell’avvocato Alfredo Romeo. Vista la sua passione, ogni anno Romeo gliene mandava a casa sua. “Maradona dormiva poco – racconta Pisani – ma quando dormiva lo faceva per giorni interi – I cuscini di Romeo per lui erano come un amuleto porta fortuna. Forse i cuscini lo facevano sognare meglio, il mio augurio è che lui possa continuare a riposare in pace e a sognare sui cuscini del bene e dei valori positivi”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.