Il lutto per il 'Pibe de oro'
Napoli piange Maradona, il suo popolo in strada: “È morto uno di famiglia”

“È un dolore strano e paradossale, la mia prima reazione è stata piangere, come quando muore uno di famiglia”. Napoli piange la scomparsa di Diego Armando Maradona, il Pibe de oro morto nel pomeriggio italiano in seguito ad un arresto cardiocircolatorio mentre si trovava nella casa di Tigres (provincia di Buenos Aires).
È un popolo affranto quello napoletano, che si è riversato in strada, dai Quartieri Spagnoli allo Stadio San Paolo, per mostrare la sua vicinanza al suo ‘Dio’, il calciatore argentino che in maglia azzurra ha vinto due Scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana.
“L’unica cosa che possiamo fare è ricordarlo e apprezzarlo come calciatore, imparando dagli sbagli che fatto come uomo e che lo hanno portato a questo triste finale di vita”, racconta a Il Riformista un giovane tifoso del Napoli, che parla di “dolore strano e paradossale” non avendo mai visto sul campo da gioco Maradona.
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Che Maradona sia “uno di famiglia” è il leitmotiv tra i tifosi del Pibe e tra i cittadini di Napoli. “È come se un familiare se ne fosse andato, Maradona era come un fratello, un padre, non si può discutere l’emozione”, spiega davanti lo stadio San Paolo un tifoso a Il Riformista. “Io ho vissuto Maradona allo stadio, quando si allenava a Campo Paradiso: Maradona era in ognuno di noi. Abbiamo sfidato il Covid per dare un ultimo saluto”.
Un colpo devastante per la città, col sindaco Luigi de Magistris che annuncia subito il lutto cittadino per l’uomo a cui nel 2017 aveva dato la cittadinanza onoraria. Proprio al San Paolo, dove centinaia di tifosi si sono riuniti per rendere omaggio a Diego, potrebbe arrivare la novità più importante per celebrare il campione argentino. “Intitoliamo lo Stadio San Paolo a Diego Armando Maradona”, è l’idea del sindaco, subito fatta sua anche dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che domani vorrebbe “trasmettere sui maxischermi le sue immagini durante tutta la nostra partita”.
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Secondo la ricostruzione del giornale argentino Clarin, il primo a dare la notizia della morte del Pibe de oro, Maradona si era alzato verso le 10, sentendosi male e tornando a letto. I suoi più stretti collaboratori, Maximiliano Pomargo e Johnny Esposito, si erano dunque messi in contatto immediatamente col medico Leopoldo Luque, con l’amico e avvocato Matias Morla e con le tre figlie che vivono in Argentina: Dalma, Gianinna e Jana. Verso mezzogiorno le prime ambulanze sul posto, nel quartiere di San Andre’s, al confine tra Tigre ed Escobar, con la notizia della morte. A quanto scrive Clarin, Diego negli ultimi giorni era ansioso, depresso e angosciato.
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