La rivoluzione di Sarri è pronta a partire già dal 10 luglio, primo giorno di ritiro della Lazio a Auronzo di Cadore, perla delle dolomiti sotto le Tre Cime di Lavaredo e affacciato sul lago di Santa Caterina. I giocatori dovranno prepararsi ad una serie di colloqui individuali e lo staff a riunioni di gruppo per conoscersi meglio e pianificare il prossimo campionato. Dalle prime indiscrezioni sembra che “il comandante” abbia richiesto e ottenuto dalla società che venga allestito un vero e proprio confessionale, un ambiente riservato dove potersi raccogliere con i suoi più fidati collaboratori o da solo tra un allenamento e l’altro. La stanza verrà ricavata o nella palestra del Pala Tre Cime, il palazzetto dello sport, oppure dagli spogliatoi dello stadio Rodolfo Zandegiacomo. Entrambi i luoghi ospitano il ritiro dei biancocelesti dal 2008, quando l’allora allenatore era Delio Rossi.

IL SIGNORE DEI DRONI

Sarri non è estraneo a colpi di teatro, non solo in partita ma anche negli allenamenti. Alla Juventus, che ha guidato nella stagione 2019/2020, non ha avuto paura di utilizzare le nuove tecnologie per allenare la squadra: il tecnico è stato infatti il primo in Italia (già durante la sua esperienza ad Empoli nel 2013) ad usare i droni per riprendere dall’alto i giocatori mentre si allenano ed avere quindi una visione quasi da consolle di gioco, perché da quella posizione si notano molto meglio gli errori e tutti i difetti di movimento dei singoli. Una tecnologia che permette di riprendere dall’alto i giocatori da ogni angolazione offrendo così, anche una grande colpo d’occhio.

LE STRANEZZE DI SARRI

L’allenatore napoletano non è soltanto principi tattici impartiti con maniacalità ai propri giocatori ma sono anche le stranezze e le superstizioni che hanno aiutato il personaggio-Sarri a diventare l’icona che è oggi. Un di quelle confessate dal suo pupillo Jorginho, fresco di vittoria della Champions League con il Chelsea (altra squadra allenata da Sarri), è che quando il pallone dovesse uscire per una rimessa laterale, si rifiuta di toccarla e non la rimanda in campo. Oppure in una delle prime esperienze della sua lunga gavetta, al Sansovino, squadra dilettantistica della provincia di Arezzo, faceva ascoltare a tutta la squadra una canzone di Donatella Rettore prima di ogni partita. Una volta, durante una trasferta a Viareggio si accorse di non averla fatta ascoltare ala squadra sul pullman e quindi fece risalire tutti per ascoltarla. Vinse 1 a 0.

Riccardo Annibali

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