No a ritorsioni sui dazi, impossibile avere una garanzia di sicurezza se si divide l’Europa dagli Stati Uniti di Donald Trump e per RearmEurope non verranno toccati i fondi di coesione. Questi in sintesi i punti principali toccati da Giorgia Meloni nelle comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. “Chi dice che l’Italia deve scegliere tra Europa e Usa lo fa per motivi di politica domestica oppure perché non si è accorto che la campagna elettorale Usa è finita, chi per ragioni ideologiche racconta una narrazione diversa traccia un solco tra le due sponde dell’Atlantico” attacca la premier che ribadisce il ruolo del suo governo: “Il ruolo dell’Italia non è seguire i partner europei o quelli americani, ma segnalare il suo punto di vista e anche il suo dissenso: è quello che abbiamo fatto di fronte a proposte fatte, che non ci convincono. Il tema delle truppe in Ucraina non è mai stato all’ordine del giorno così come riteniamo che l’invio di soldati europei sia una proposta rischiosa, complessa e poco efficace“.

Meloni: “Sicurezza non significa potenziare solo arsenali”

“Rafforzare le nostre capacità di difesa significa occuparsi di molte più cose rispetto al potenziamento degli arsenali. Intanto perché – ha spiegato la premier – non si tratta di acquistarli, magari da Paesi stranieri, quanto semmai di produrli, rafforzando la competitività e sostenendo gli investimenti delle nostre aziende e del nostro tessuto produttivo. Senza questo approccio a 360 gradi non c’è difesa, senza difesa non c’è sicurezza e senza sicurezza non c’è libertà, perché senza sicurezza non possiamo proteggere l’Italia, le sue imprese e i suoi cittadini – ha sottolineato –. Pensiamo alla difesa dei confini, alla lotta al terrorismo, all’importanza della cybersicurezza, soprattutto nell’era dell’intelligenza artificiale, quando un attacco hacker può in un attimo mettere a rischio l’operatività dei servizi essenziali. Pensiamo – ha elencato – alla necessità di sviluppare e difendere il dominio sottomarino, laddove passano gran parte delle nostre comunicazioni e dei nostri dati; pensiamo a quanto è importante presidiare i gasdotti e le altre infrastrutture energetiche, garantire la sicurezza delle rotte commerciali e delle catene di approvvigionamento alimentari, presidiare il dominio spaziale”

“Quindi – ha ricordato la premier – quando abbiamo proposto di rinominare il piano utilizzando le parole ‘Defend Europe’, non abbiamo posto una semplice questione semantica o nominalistica, ma abbiamo proposto una questione di sostanza. Di merito. Noi riteniamo che debba essere chiaro che con le risorse a disposizione si possono finanziare anche tutte le cose che ho elencato. Materie che non dovrebbero essere una preoccupazione solamente per la sottoscritta, ma almeno per tutti coloro che sono seduti in quest’aula”.

Meloni: “Europa e Stati Uniti mai divise, sostegno a Kiev mai in discussione”

Sull’alleanza con gli Stati Uniti, Meloni non arretra di un centimetro: “È un banale dato di realtà che non è possibile immaginare una garanzia di sicurezza duratura dividendo l’Europa e gli Stati Uniti. È giusto che l’Europa si attrezzi per fare la sua parte – ha aggiunto – ma ingenuo pensare possa fare da sola fuori dalla cornice» della Nato. Per cui nel conflitto tra Russia e Ucraina “è lo stallo sul campo che oggi può portare ai negoziati della pace e penso si debba rivendicare con orgoglio il sostegno compatto e determinato al popolo ucraino. Dunque salutiamo positivamente questa fase e sosteniamo lo sforzo avviato dal presidente Trump”. Anche perché – ribadisce la premier – il sostegno a Kiev non è mai stato in discussione: “Ho sentito molte ricostruzioni e vorrei ribadire alcuni punti fermi: il primo è la ferma e totale condanna della brutale aggressione all’Ucraina e il sostegno al popolo ucraino che non è mai stato in discussione”. Al fianco dell’Ucraina e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Con la stessa determinazione voglio dire che siamo al fianco del presidente della Repubblica ogni qual volta che viene attaccato per la sola ragione di aver ricordato chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti”.

Dazi, Meloni: “Con rappresaglie perdono tutti”

Sui dazi la linea della presidente del Consiglio è diversa da quella della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: “Il quadro è complesso ma bisogna continuare a lavorare con pragmatismo, evitando una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l’Europa: non è saggio entrare nelle rappresaglie dove tutti perdono, perché se è vero che i dazi su merci extra Ue possono favorire la merce interna, in un contesto internazionale e globale possono ritorcersi contro, con il successivo aumento dei tassi da parte della Ue, e il risultato di un aumento dell’inflazione e una recessione economica. Non sono sicura sia giusto rispondere ai dazi con altri dazi, l’Italia dovrebbe lavorare per soluzioni legate alla logica e al buon senso”.

La premier esprime infine “grande preoccupazione” per la notizia “della ripresa dei combattimenti a Gaza che mette a repentaglio gli obiettivi ai quali tutti lavoriamo, il rilascio degli ostaggi, di tutti gli ostaggi, e una fine permanente dell’ostilità così come il ripristino di una piena assistenza umanitaria nella Striscia. E voglio riportare a questo Parlamento la gratitudine espressa ieri da Re Abdullah II di Giordania per il fondamentale contributo italiano all’iniziativa da lui promossa di un corridoio aereo per garantire aiuti umanitari nella striscia di casa”.

Redazione

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