La Campania prende esempio da Wuhan che in dieci giorni, durante l’epidemia di Coronavirus in Cina, ha realizzato un ospedale da mille posti letto. È il caso dell’Ospedale del Mare. Da giorni è in piena attività a Ponticelli il cantiere che entro fine aprile metterà a disposizione di medici, virologi e infermieri 72 nuovi posti di terapia intensiva per pazienti contagiati dal Coronavirus. Non è stato difficile individuare l’area perché l’Ospedale del Mare ha accanto all’edificio-degenze ampi spazi dedicati al verde o a parcheggi. Bulldozer ed escavatori hanno spianato tutto realizzando la base per la costruzione di un ospedale-lampo da realizzare in tre blocchi, il primo dei quali avrà ventiquattro posti letto. I tecnici lavorano sotto lo sguardo attento di Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1 ma anche ingegnere.

Gli anni di lavoro al Cardarelli come responsabile dell’ufficio tecnico della grande azienda ospedaliera del Sud, ma anche i dodici anni trascorsi per seguire da commissario regionale la faticosa e lunga realizzazione dell’Ospedale del Mare, gli hanno consentito di dare subito un ok al governatore Vincenzo De Luca. Sul terreno spianato e pronto per le fondamenta si procedeva ieri mattina al getto del cemento per realizzare la base dei tre blocchi sanitari. Casco in testa, Verdoliva osservava gli operai e dava i numeri: “Sei, tredici e 30 aprile. Entro questa data l’Ospedale del Mare avrà settantadue posti di terapia intensiva per accogliere pazienti contagiati dal Coronavirus”, spiega il manager dell’Asl Napoli 1.

La nuova struttura che, come a Wuhan, sarà realizzata con blocchi prefabbricati. Il primo dei tre con 24 posti letto e il necessario per il personale che ci lavorerà sarà completato entro il 6 aprile. La Soresa collabora provvedendo all’acquisto di tutto il materiale. “Abbiamo già quanto serve per garantire nel primo blocco la migliore assistenza a pazienti gravi contagiati dal Coronavirus”, chiariscono dallo staff del direttore generale. La Regione è pronta a farsi carico delle spese. Al momento non ci sono sponsor né raccolte fondi, ma industriali e semplici cittadini saranno sensibili a dare una mano per un’operazione così importante: la notizia di ieri è che, dopo quelli di terapia intensiva del Loreto Mare, sono esauriti i posti letto per pazienti Covid anche nel Cotugno e nel Monaldi.

Dopo il faccia a faccia di lunedì sera con il governatore, il presidente regionale dell’Aiop, Sergio Crispino, ha chiesto due giorni di tempo per chiarire la disponibilità delle case di cura a partecipare all’operazione Covid-19. L’incontro è stato collaborativo, ma per il rappresentante della cliniche campane ha avuto l’effetto di una doccia “semifredda”. Le cliniche volevano mettere a disposizione della Regione 3mila posto letto per pazienti no–Covid di medicina, chirurgia e riabilitazione. Nel confronto si è inserita la possibilità di assistere in case di cura anche cittadini potenzialmente contagiati dal Coronavirus.

“Ho chiesto al governatore – spiega Sergio Crispino – due giorni per dargli una risposta. Oggi in via telematica ci siamo messi in contatto con i nostri associati chiarendo che nell’incontro in Regione la scena è in parte cambiata. Noi eravamo disposti ad assistere pazienti non contagiati dal Coronavirus consentendo agli ospedali di svuotare i reparti e organizzarli per la pandemia. Le esigenze della Regione sono diverse: ci chiedono di assistere anche pazienti asintomatici, siamo preoccupati perché così si rischia di trasformare le case di cura in “focolai” infettivi. Dobbiamo riflettere, per chi viene in clinica potrebbero essere utili i test rapidi. Ma la loro attendibilità è limitata rispetto al tampone su campioni biologici”.

Nel frattempo, si è chiuso positivamente il caso dei quattro giovani anestesisti che avevano rifiutato un contratto semestrale ritenendolo poco soddisfacente dal punto di vista economico. Ieri mattina i quattro medici hanno ricevuto le scuse del direttore Verdoliva che per loro non aveva usato parole al miele scatenando, peraltro, la reazione piccata di associazioni professionali e sindacati . Gli anestesisti hanno firmato il contratto con l’Asl e già nelle prossime ore saranno in prima linea contro il Covid-19.