La lotta alla camorra diventa un delirio personale, un eccesso di onnipotenza e guai a chi osa pensarla diversamente. Lo sanno bene due persone originarie di Pianura, quartiere ovest di Napoli. Una fa l’insegnante nel quartiere stesso, mentre l’altro è un fotografo cittadino originario di Pianura ma da decenni vive in Svizzera, continuando però a mantenere tuttavia un legame fortissimo con il suo territorio.

Parliamo di Emanuela Vitale e Gianni Polverino. Due pianuresi doc umiliati e oggetto di gogna social da quelli che credono di essere professionisti dell’anticamorra e che ritengono di avere l’ultima parola su tutto, cavalcando qualsiasi situazione anche se non la conoscono affatto. Raccontando frottole su presunte “strade non aperte al resto dei cittadini perché controllate dalla camorra” (sono originario di Pianura e in via Napoli ci passo tutti i giorni, ndr). Sensazionalismo puro perché porta like, visualizzazioni e monetizzazione dei video in diretta (e “condividetela il più possibile questa diretta dai…”). Pino Grazioli è un giornalista pubblicista. E’ iscritto all’Albo è vero, mostra il suo tesserino all’inizio di ogni diretta. Ma, per quello che dice, forse dovrebbe fare una ripassata di deontologia… Offende, insulta, pubblica foto di presunti camorristi, magari neanche indagati per i reati che gli ascrive. Ha un pubblico enorme, e sui social gli offre spesso notizie deliranti e senza alcun rispetto per tutte le carte della professione (indimenticabile il live con una donna morta su letto durante la pandemia). Si vanta di aver fatto arrestare i responsabili dell’omicidio di Antonio Natale (il giovane ucciso e seppellito nel Parco Verde di Caivano) pazienza però che allo stato attuale i Bervicato siano stati arrestati per spaccio. Sull’omicidio del giovane Natale, infatti, ci sono ancora indagini in corso, ma Grazioli dai suoi canali ha già sentenziato.

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In questi giorni sta facendo lo stesso con l’emergenza criminalità a Pianura. E’ sbucato dal nulla, arrivando anche a “rubare” la prima intervista fatta da questo giornale alla madre di Andrea Covelli, e adesso “grazie” alla sua mobilitazione (colleghi giornalisti fatevi da parte!) lo Stato sta contrastando i due gruppi malavitosi che stanno terrorizzando il quartiere. Un romanzo insomma. Così come ci sono accertamenti in corso, da parte dell’associazione antiracket del quartiere e delle forze dell’ordine, sulle parole pronunciate in diretta da Grazioli secondo cui “diversi commercianti mi hanno contattato per segnalare richieste di pizzo”.

Grazioli oltre a professarsi giornalista e paladino dell’anticamorra pensa forse di essere anche giudice, pm, poliziotto, carabiniere? Un mammasantissima insomma. E guai a scrivere qualcosa contro il suo modus operandi. Non ci pensa due volte a lanciare accuse e raccontare la sua verità, il tutto rigorosamente in diretta. E’ lui stesso a scatenare la cosiddetta shitstorm (letteralmente: tempesta di merda…). Qualche sera fa è accaduto proprio questo con Emanuela e Gianni. I due con dei post hanno solo ricordato a Grazioli che “non conosce il quartiere Pianura. Non ne conosce la storia non ne conosce i risvolti, non conosce le persone perbene che si fanno in quattro per questo posto e che hanno dato lustro al quartiere”. Parole che hanno fatto ‘impazzire’ il paladino delle dirette social: “Tutto questo “parlare sui propri social” è a mio avviso soltanto una forma pubblicitaria che strumentalizza episodi così delicati come un omicidio per avere più seguaci perché tutto ciò fa notizia. La vera inchiesta la si fa prima studiando la storia di un Paese, parlando con le persone “tutte” e soltanto alla fine pavoneggiandosi in dirette e pagliacciate simili. Io non ti voglio nel mio quartiere a parlare del mio quartiere, non ne conosci nulla”. Apriti cielo. Dopo il post di Emanuela, che ricordiamolo fa l’insegnante in una scuola elementare, arriva puntuale la diretta-gogna di Grazioli che ha persino invitato i propri seguaci ad andare sul profilo social della donna a commentare (che spesso fa rima con insultare).

In poche ore il profilo di Emanuela è stato sommerso da oltre 800 commenti con offese, anche sessiste. Non contento Grazioli se l’è presa anche con Gianni Polverino, cittadino pianurese trapiantato in Svizzera da oltre trent’anni, definendolo “leccaculo“, “lecchino“, perché in un commento ha definito la visita di Grazioli a Pianura una “nota stonata” per il suo modo di provare a fare informazione.

Frasi sessiste pronunciate anche dallo stesso Grazioli che in diretta mostra le foto di Emanuela Vitale, tra l’altro anche con in braccio una bambina (la carta di Treviso cos’è?) aggiungendo: “Signorina cosa fa di bello nella sua vita oltre a postare queste fotografie…”. Parole vergognose, insinuazioni, che hanno poi scatenato la reazione dei fan di Grazioli sul profilo dell’insegnante e su quello di Polverino, accusati di non essere scesi in piazza la scorsa precedente contro la camorra. Accuse simili anche ai politici pianuresi “corrotti” perché non erano presenti alla manifestazione organizzata dal partito Europa Verde di Francesco Emilio Borrelli.

Intanto nelle ultime ore sono stati numerosi i messaggi di solidarietà e vicinanza arrivati a Emanuela e Gianni da parte dei cittadini pianuresi. “Tanti sanno nel mio quartiere che grazie a questa bellissima realtà, che amministro dalla lontana Svizzera da 12 anni, il mio forte legame con la mia città e, soprattutto, con il mio quartiere di origine, non si è mai spezzato” ha commentato Polverino. “Questa dimostrazione di affetto, in queste ore, mi fa star bene e mi fa piacere riceverla, molti miei amici avranno capito già il perché. L’altra sera, io insieme ad una giovane pianurese, Emanuela Vitale, docente della scuola primaria, nonché volto noto di Tele A, siamo stati vilmente vittime di un grave episodio di linciaggio mediatico. La “nostra colpa” è stata quella di esprimere “liberamente” un’opinione e una critica nei confronti di un popolare personaggio molto seguito sui social” chiarisce Polverino gestore, tra l’altro, della pagina Facebook “Pianura e dintorni” che con i suoi oltre 26mila fan è diventata punto di riferimento e di condivisione per tutti gli abitanti del quartiere.

Emanuela Vitale e Gianni Polverino

“Il personaggio in questione, venuto a conoscenza di questo post dove veniva criticato, con argomenti e analisi serie e civilissime, invece, si è permesso, vilmente, di organizzare una diretta, seguita da centinaia e centinaia di suoi follower, mostrando le nostre foto, indicando i nostri nomi e profili social. Senza conoscerci e senza conoscere le nostre storie, il nostro attaccamento al quartiere e al nostro impegno civile, ha ironizzato sulle nostre persone offendendoci in malo modo in diretta. Senza entrare nel merito del tema trattato nel post della ragazza, e solo per il fatto di averlo criticato, ha “sciolto i cani” ed ha invitato i suoi “seguaci”, come di solito usa fare contro chi non la pensa come lui, ad inondare il post in questione e i nostri profili con commenti deliranti, offensivi e ricchi di insulti”.

Intanto venerdì 15 luglio è in programma una seconda manifestazione, alle 19, nella zona pedonale di Corso Duca D’Aosta. Iniziativa organizzata da Stefania Mautone, vicina al consigliere regionale Borrelli. L’auspicio è che scendano in piazza più cittadini possibili. Ci sarà sicuramente anche Grazioli, si spera rispettando Pianura e i pianuresi. Perché la camorra si combatte senza voler primeggiare, senza insultare, senza massacrare verbalmente chi ha un pensiero diverso ma tutti uniti. Altrimenti si utilizza lo stesso approccio di quel cancro che vogliamo estirpare.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.