La società civile si mobilita per la pace. Decide di mettere il proprio corpo, la propria incolumità in gioco per spezzare l’inerzia del fuoco e andare a manifestare dov’è più urgente e più importante: a Kiev. Andando a parlare di pace nel pieno della guerra, frapponendosi con i loro corpi – come predicava Gandhi – alle bombe. Un gruppo di 35 organizzazioni lavora da due mesi per andare a rimettere la pratica della nonviolenza al centro, insistendo sul rifiuto delle armi in un contesto – quello dell’Ucraina invasa e violentata dai russi – in cui è oggettivamente difficile farlo.

Gli stati d’animo sono quelli che sono. Ma proprio lì, e proprio ora, per i promotori è di vitale importanza farsi sentire. E discutere con la società civile ucraina un documento programmatico che punta alla più rapida soluzione del conflitto, proponendo a ucraini e russi la medesima firma sulla richiesta di cessate-il-fuoco. È il Mean, Movimento europeo di azione nonviolenta, che raggruppa e rappresenta gli attivisti che viaggeranno verso Kiev. Il suo portavoce, Angelo Moretti, lavora dall’inizio del conflitto alla costruzione di una rete di dialogo con le ong e le associazioni nonviolente ucraine. È lui ad aver messo insieme quei 66 attivisti italiani che l’11 luglio a Kiev daranno vita a una marcia silenziosa, alla presenza del sindaco della capitale ucraina, Vitalij Klyčko. Insieme con il Mean interverranno a Kiev il leader di Base Italia, Marco Bentivogli; il giornalista Paolo Bergamaschi; Riccardo Bonacina di Vita.it; Giacomo Gambassi di Avvenire; la sociologa ed etnografa Marianella Sclavi; lo psicologo Simone Feder; Claudio Agostoni di Radio popolare; il fotoreporter Marcello Garozzo; Don Giacomo Panizza; Fra Aniello Mattera dei Francescani del Sacro Convento di Assisi.

Tutti accomunati dalla volontà di riprendere in mano quella legge sull’istituzione dei Corpi civili di pace che è rimasta legge inapplicata dal 2014. A documentare la manifestazione, Il Riformista e Tv2000. Gli attivisti del Mean saranno ricevuti a Kiev dal Nunzio apostolico della Santa Sede, Visvaldas Kulbokas, e saranno coadiuvati dall’organizzazione Act4Ukraine. Se dal fango della guerra nascerà il gioiello della pace, come nelle canzoni di De André, lo scopriremo presto.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.