Le condizioni di Bergoglio
Papa Francesco, il raffreddore, la visita in ospedale e l’udienza tra abbracci e silenzio: “Guerre inutili, quante sofferenze”
Prima l’udienza consueta del mercoledì, poi il ritorno in ospedale per nuovi accertamenti. Continuano a preoccupare le condizioni di Papa Francesco che già sabato 24 febbraio, “a causa di un lieve stato influenzale, in via precauzionale, ha annullato le udienze previste”. Oggi invece, mercoledì 28 febbraio, Bergoglio ha partecipato regolarmente all’udienza generale, affidando però la lettura del discorso ad un suo collaboratore, monsignor Filippo Ciampanelli. “Ancora sono un po’ raffreddato, per questo ho chiesto a monsignor Ciampanelli di leggere la catechesi di oggi”, ha spiegato il Papa che non si è, però, sottratto all’abbraccio dei fedeli presenti, salutando una coppia di sposi e prendendo in braccio un bambino.
Papa Francesco, la visita al Gemelli “già programmata”
Poi al termine dell’udienza, a bordo della 500 bianca, si è recato al Gemelli dell’Isola Tiberina per dei controlli. Una visita lampo “già programmata” con il pontefice che è rientrato già nella tarda mattinata in Vaticano. Una serie di analisi per verificare la situazione dei polmoni dopo lo stato influenzale dei giorni scorsi. Dopo l’intervento dello scorso giugno 2023, negli ultimi mesi, in diverse occasioni, per problemi di salute – perlopiù lievi – Bergoglio ha preferito seguire il consiglio dei medici, non leggendo i suoi discorsi o non partecipando ad alcuni eventi.
Papa Francesco e le guerre: “Tante sofferenze per conflitti tragici e inutili”
Nell’udienza di questa mattina, il Papa ha ricordato “i popoli che soffrono a causa della guerra: Ucraina, Palestina, Israele e tanti altri. Preghiamo per le vittime dei recenti attacchi contro i luoghi di culto, come pure per la popolazione di Haiti, dove continuano i crimini e i sequestri delle bande armate”. Un pensiero anche per quanto sta accadendo in Armenia: nell’udienza privata con i membri del Sinodo dei vescovi della Chiesa patriarcale di Cilicia degli Armeni, il Papa – sempre nel discorso letto da monsignor Filippo Ciampanelli – ha evocato “con la preghiera” l’Armenia, “in particolare tutti coloro che fuggono dal Nagorno-Karabakh, le numerose famiglie sfollate che cercano rifugio”.
“Tante guerre, tante sofferenze”, scrive Francesco nel discorso preparato per l’occasione: “La Prima guerra mondiale doveva essere l’ultima e gli Stati si costituirono nella Società delle Nazioni, primizia delle Nazioni Unite, pensando che ciò bastasse a preservare il dono della pace. Eppure da allora, quanti conflitti e massacri, sempre tragici e sempre inutili. Tante volte ho supplicato: ‘Basta!'”. “Echeggiamo tutti il grido della pace, perché tocchi i cuori, anche quelli insensibili alla sofferenza dei poveri e degli umili”, l’appello: “E soprattutto preghiamo. Lo faccio per voi e per l’Armenia; e voi, per favore, ricordatevi di me!”.
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