A Salvini non conviene fare il Ministro dell’Interno. Il tema dell’immigrazione ha perso di attualità e la campagna elettorale permanente a suon di slogan più che creare consensi, oggi, ne farebbe perdere: stuferebbe. Oltretutto, l’aspettativa generale rispetto a questo dicastero, in un momento così delicato per i contraccolpi sociali della crisi economica, è quella di una concretezza caratterizzata dal basso profilo. Che non corrisponde alla continua esigenza di protagonismo del segretario della Lega.

Meglio farebbe Salvini a puntare su altro: un ministero che gli consenta di provare a recuperare quel rapporto con il mondo produttivo del Nord che la Lega ha perduto. Il Ministero dell’Agricoltura? Potrebbe essere utile allo scopo. Oltre ad una serie di problemi molto concreti da risolvere, vi sarebbe anche l’esigenza da un punto di vista strategico di valorizzare un comparto considerato di serie B. Una nuova sfida per Salvini potrebbe essere anche l’occasione per voltare pagina e superare questo periodo elettoralmente non particolarmente felice. Per la verità, di interessante non c’è solo il Ministero dell’Agricoltura, ma il punto è che l’idea di incaponirsi sull’Interno appare più che altro una questione di principio e di orgoglio ferito. Vedremo gli sviluppi, segnalando che traspare un atteggiamento della Premier in pectore ispirato alla cautela ed alla saggezza. Che lascia ben sperare.