L'ex vicepresidente del Parlamento Europeo in carcere dal 9 dicembre
Qatargate, Eva Kaili e le ammissioni dopo l’arresto: “Sapevo delle valigie piene di soldi”
Si infittisce la trama del Qatargate che sta travolgendo il Parlamento Europeo. “Conoscevo le attività di Mr. Panzeri. E sapevo che a casa mia c’erano valigie piene di soldi”, avrebbe detto l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, come riportato da Repubblica. In carcere dal 9 dicembre scorso, davanti agli inquirenti avrebbe ammesso di aver incaricato il padre di nascondere le valigie piene di denaro e di essere a conoscenza dell’attività portata avanti dal compagno, Francesco Giorgi, con l’ex eurodeputato Antonio Panzeri, entrambi in carcere. Lo scrive il quotidiano belga Le Soir in base a documenti visionati insieme a Knack e La Repubblica.
Secondo la ricostruzione fatta da Le Soir, quando la polizia ha fermato il suo compagno, Francesco Giorgi, Kaili sarebbe entrata nel panico e per questo motivo chiese al padre di portare via i soldi dal loro appartamento. “Tutto è successo in quelle ore, quando ho visto i soldi, non ho avuto una risposta convincente sulla loro origine e ho subito chiesto che uscissero di casa. Mio padre si è preso la responsabilità di essere il corriere perché non c’era nessun altro”, aveva dichiarato il 15 dicembre Michalis Dimitrakopoulos riportando dalla Grecia le dichiarazioni fatte dalla sua cliente al giudice istruttore Michel Claise nelle ore successive all’arresto.
Poi il padre di Kaili è stato fermato mentre lasciava uno degli alberghi più belli della città con la valigia piena di soldi. In seguito all’arresto del compagno, Kaili avrebbe “tentato di avvertire Panzeri e due eurodeputati della presente inchiesta“, scrivono negli atti gli investigatori belgi. Ed è questo il motivo per cui la procura di Bruxelles ha deciso l’arresto. La flagranza di reato (il ritrovamento delle banconote a casa sua) e il tentativo di inquinare le prove (la richiesta al padre di far sparire il denaro e il presunto avvertimento ad altre persone dell’inchiesta) sono stati due atti decisivi che hanno condotto all’arresto di Kaili.
Alla Kaili viene inoltre contestato “di essere intervenuta a difesa degli interessi del Qatar, avendo incontrato il ministro del Lavoro” del governo di Doha, proprio su indicazione di Panzeri. Panzeri che le “avrebbe impartito ordini”, secondo l’accusa, “per il tramite del marito”. Anche Panzeri avrebbe riconosciuto in parte il suo coinvolgimento, puntando poi il dito sull’ex collega socialista Marc Tarabella come beneficiario dei ‘regali’ del Qatar. Tarabella è il parlamentare belga di origini italiane perquisito venerdì. Il suo legale ha smentito qualsiasi azione a favore del Qatar. Tutto questo intrigo è ancora al vaglio degli investigatori.
Intanto l’avvocato di Kaili, Michalis Dimitrakopoulos, punta il dito contro la misura cautelare in carcere ritenendola eccessiva. E ha fatto notare che Kaili e Giorgi hanno un bambino di meno di due anni. In questa settimana è rimasto a casa con la nonna. “Il denaro che è stato trovato a casa non le apparteneva, era di suo marito” ha sostenuto il legale. Secondo quanto riportato da AdnKronos, parlando delle informazioni e i documenti visionati dalla stampa, il legale belga di Eva Kaili, André Risopoulos, ha detto: “Sono personalmente indignato dal fatto che abbiate avuto accesso a questi documenti”. “Sono l’unico che rispetta le regole?”, chiede l’avvocato, ritenendo che parlare di “confessioni parziali” per la sua cliente “sia un’interpretazione di parte”. Detenuta nel carcere di Haren, nella periferia nord-orientale di Bruxelles, la politica ellenica comparirà giovedì 22 dicembre davanti alla camera di consiglio, che dovrà decidere se prolungare la sua detenzione o rilasciarla con o senza condizioni.
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