“Iman, prego che questo prossimo capitolo della tua vita ti porti tanta gioia, amore e risate come ci hai portato nel corso degli anni. Congratulazioni agli sposi!”. Così Rania di Giordania ha scritto sui suoi social, pubblicando le foto e i video che raccontano il matrimonio di sua figlia Iman bint Abdullah, 26 anni, secondogenita della regina Rania e di Re Abdullah II con Jameel Alexander Thermiotis, 28 anni, banchiere di New York di una importante famiglia greca e di origine venezuelana. L’annuncio delle nozze è stato dato la settimana prima della cerimonia. La location è il palazzo Zahran ad Amman, la stessa in cui i genitori della sposa Rania e Re Abdullah II si scambiarono i voti il 10 giugno del 1993, quasi 30 anni fa. Quello di Iman è il primo royal wedding del 2023, e in casa non sarà l’unico: Il figlio maggiore di re Abdullah, il principe ereditario Hussein, sposerà Rajwa Al Saif, la figlia più giovane del businessman saudita Khaled Al Saif, il 1 giugno.

La figlia di Rania le somiglia in modo impressionante. Le celebrazioni sono iniziate la sera prima del matrimonio come vuole la tradizione, con l’henna party. Una sorta di addio al nubilato a cui prendono parte solo donne che festeggiano insieme decorandosi le mani con tatuaggi. Tra canti, balli, banchetti e brindisi, Iman è apparsa con un abito bianco ricamato, creato dalla stilista giordana di origini palestinesi Reema Dahbour, specializzata in moda etica e sostenibile. Secondo quanto riportato da Vogue, si tratta di un brand si slow fashion che si impegna a “celebrare il patrimonio culturale della moda giordana creando cimeli couture in maniera responsabile”. Accanto a lei c’era la madre Rania, che ha scelto un lungo abito cremisi e rosa che ha abbinato a una pochette in raso intrecciato color borgogna di Bottega Veneta e décolleté a punta in oro rosa di Dior.

 

Un dettaglio la regina lo ha voluto celebrare con un post: la cintura che ha indossato Iman. È una cintura di Bruce Oldfield che apparteneva al suo abito di nozze, diventato ormai iconico: firmato dal brand di lusso Elie Saab Haute Couture, aveva una finitura dorata, un soprabito ricco di ricami e un’ampia gonna. Ed era infine adornato da questa cintura con ricami d’oro che oggi Rania passa a Iman per augurarle buona sorte. Una specie di benedizione per la figlia.

 

 

Poi il giorno del matrimonio torna a brillare la Diamond Tiara di Rania di Giordania. L’ultima volta si era vista in occasione di un banchetto nel castello di Winsor nel 2001. L’abito da sposa di Iman, molto meno sfarzoso di quello di sua madre, è firmato Dior e ricorda vagamente quello di Kate Middleton. Si tratta di un abito lungo bianco a sirena con una lunga coda e un corpetto a scollatura quadrata riempita da raffinato pizzo ricamato a mano che sale come un dolcevita, riprendendo così il motivo delle maniche lunghe. A incorniciare l’abito il lungo velo ricamato con piccoli fiorellini di pizzo bianco. Anche Rania, come sempre “regina dello stile” ha indossato un abito Dior color cipria.

 

 

La cerimonia, mandata in onda sulla tv di Stato e celebrata nel Palazzo reale di Amman, è iniziata alle sei del pomeriggio, quando Iman ha fatto il suo ingresso accompagnata dal fratello Hussein. Uno dei momenti clou della cerimonia è stato il taglio della torta con la spada. Il dolce si è innalzato per ben 6 piani ed è stato decorato con fiori freschi che richiamano il bouquet: alla coppia è stata portata una lunghissima spada scimitarra con cui ha tagliato la torta, gesto tradizionale tra gli invitati disposti a cerchio e gli applausi dei presenti.

 

 

 

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.