Al Parlamento Ue non passa la proposta ma...
Razzismo e filo spinato, la prossima Europa possibile
L’operazione del leader dei popolari europei Weber di saldare il fronte con la Meloni alzando muri e filo spinato ai confini del continente, con soldi europei, non è andato a buon fine. Almeno non su questo passaggio parlamentare relativo alla Relazione sugli orientamenti per l’elaborazione del bilancio 2024. Ma la dinamica del voto ci consegna un quadro inquietante, di movimenti in corso, tutti orientati a prefigurare, per le elezioni europee del 2024, una nuova maggioranza di centro destra. È lì che vogliono arrivare i popolari, o gran parte di essi, magari tenendo aperto, su questioni specifiche o all’abbisogna, anche il forno con la sinistra.
Ma cosa è successo a Strasburgo? I dettagli dei voti aiutano a capire. Due gli emendamenti da osservare con attenzione, il 19 promosso dai Conservatori (gruppo di cui è leader la Meloni), “Sottolinea la necessità urgente di garantire un controllo efficace delle frontiere esterne terrestri e marittime dell’Ue; sostiene fermamente i contributi a titoli di bilancio dell’Ue volti a finanziare la costruzione di recinzioni alle frontiere esterne…”. La volontà esplicita di alzare muri e dispiegare filo spinato lungo tutti i confini, mare compreso. Anche se non si capisce bene come fare in mare questa operazione. Si capisce invece che deve essere tutto a carico del bilancio dell’Unione. Questo emendamento non è passato per 50 voti, con già una parte consistente di liberali (il gruppo di Renzi e Calenda), 33 eurodeputati, schierata per il sì.
Poi si è votato l’emendamento 29 presentato dal Ppe, approvato con una trentina di voti di scarto. Questa la fotografia migliore della futura maggioranza nazionalista su cui lavorano Meloni e Weber. Il testo quasi uguale a quello dei conservatori, parla di “mobilitare immediatamente ingenti fondi Ue e risorse a sostegno deli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere…”. Insomma sempre di muri si tratta, anzi qui si fa riferimento anche alla sorveglianza aerea. Il tutto da realizzare non più con i bilanci degli Stati nazionali ma con risorse europee. Questo emendamento è stato approvato con una maggioranza composta da Estrema destra (dove siede la Lega), conservatori, popolari e appunto liberali.
Questa dinamica di una nuova maggioranza appare sempre più in maniera evidente. L’obiettivo dichiarato dai leader popolari sono le europee del 2024, arrivarci con un dialogo aperto con la destra e con il governo Meloni. Siamo lontanissimi dal 2019: l’Europa del presidente Sassoli che teneva fuori dalla maggioranza parlamentare quelli che lavoravano per indebolire le istituzioni comunitarie non esiste più. Ultima chicca, anzi due.
L’atto nel suo complesso alla fine non è passato, un sospiro di sollievo; non è passato non solo per il voto compatto di socialisti verdi e sinistra ma anche perché le destre più estreme non lo hanno votato forse ritenendolo troppo morbido. Mentre, di nuovo, i liberali si sono schierati con la mozione del filo spinato. Tra i deputati che hanno votato a favore troviamo a sorpresa anche la pattuglia 5 Stelle. Speriamo sia solo un incidente di percorso e non l’ennesimo riposizionamento su temi fondamentali per qualsiasi cultura progressista.
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