La sindaca Virginia Raggi l’aveva già annunciato. Per far fronte all’emergenza rifiuti che ormai da settimane sta flagellando la città di Roma, tra l’esasperazione e la rabbia dei cittadini, la soluzione, nell’immediato, sarebbe stata riaprire la discarica di Albano Laziale.  Oggi è arrivata la firma a una “ordinanza contingibile e urgente”. L’impianto, come disposto dalla prima cittadina, potrà accogliere fino ad un massimo di 1.100 tonnellate al giorno di scarti lavorati dagli impianti di trattamento, per un periodo di 180 giorni.

La riapertura della discarica di Albano

Secondo quanto comunicato dal Campidoglio, il provvedimento è  stato quindi disposto per far fronte, nel breve periodo, alla crisi nella gestione del ciclo dei rifiuti che sta interessando le province del Lazio. “L’ordinanza  individua la sussistenza di situazioni di eccezionale ed urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente al fine di scongiurare il rischio di un’emergenza sanitaria. La riapertura della discarica di Albano era tra le ipotesi al vaglio dei tavoli tecnici convocati presso il Ministero della Transizione Ecologica” riporta la nota.

Nella giornata di ieri 14 luglio, in occasione della seduta straordinaria in Assemblea Capitolina sull’emergenza dei rifiuti, la prima cittadina era tornata ad addossare le responsabilità della situazione alla Regione. “Se la Regione Lazio non vuole ripartire le discariche e vuole lasciare i rifiuti in strada, vorrà dire che le riapriremo noi. Per questo ho chiesto alla Città Metropolitana di predisporre un’ordinanza urgente per riaprire la discarica di Albano Laziale” aveva sottolineato, aggiungendo: “Assicuro ai cittadini di Albano che lo faremo per il tempo strettamente necessario. E rivolgo loro un appello a loro e a tutti i sindaci: appoggiateci nella battaglia per riaprire la discarica di Colleferro e gli altri impianti ancora utilizzabili. Aiutateci a creare un sistema che eviti le continue crisi e restituisca al Lazio una rete adeguata di impianti”. Un appello che però non ha avuto successo.

Il sindaco di Albano: “Impugneremo l’ordinanza al TAR”

La soluzione individuata dalla sindaca di Roma sta già suscitando aspre reazioni. A partire dal sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli. “Virginia si sveglia a mezzanotte. E a mezzanotte e qualche minuto fa protocollare l’ordinanza per riaprire la discarica di Albano– scrive in una nota-  Pensa così di aver fatto i compiti a casa, quelli assegnati dal ministero, che dovrebbe fare da facilitatore per aiutare a trovare soluzioni sostenibili ai danni causati dalla Raggi a Roma, ed invece prova a fornirgli l’alibi. Faremo anche noi i compiti: studieremo bene l’ordinanza che impugneremo al TAR. Restiamo convinti che il metodo usato rimane inaccettabile.”

Il sindaco Borrelli definisce l’ordinanza del Campidoglio “un atto ostile”: “Non c’è stato nessun confronto con i territori, ma solo l’arroganza di chi si sente immune solo perché è il sindaco della Capitale. E quando non basta, ci si ricorda di avere anche la carta intestata della Città Metropolitana. Ieri, la presenza di tanti Sindaci prima dal Prefetto e poi fuori al Campidoglio (e non ammessi in aula Giulio Cesare) è stata la prima forte ed unitaria risposta a questo atto ostile. Una pugnalata inferta ai tanti Comuni che con fatica da anni hanno lavorato per ridurre l’indifferenziata a frazioni minime, per le quali sarebbe sufficiente anche l’attuale impiantistica presente nella nostra Regione. Invece Roma ha gettato 5 anni al vento” ha concluso Borelli. 

La querela contro la Raggi

Non c’è solo l’intenzione del sindaco di Albano di procedere contro l’ordinanza del comune di Roma. L’ associazione Salute Ambiente Albano ha infatti comunicato di aver presentato una querela penale presso la Prefettura di Roma, le Procure di Roma e Velletri e il Collegio-Tribunale dei Ministri nei confronti della Raggi e della responsabile del Dipartimento per la Transizione ecologica del Ministero, ed ex responsabile rifiuti per la stessa Giunta Raggi, Laura d’Aprile.  La cancelliera dell’associazione Elena Mazzoni ha spiegato che  “il VII invaso della discarica di Albano è ampiamente esaurito, completamente fermo e fuori uso da oltre 5 anni, senza una autorizzazione Aia che consenta di rimetterlo in moto. La buca dista appena 150 metri dalle case, le falde idriche sono irrimediabilmente compromesse ed in attesa di bonifica/risanamento da oltre 10 anni, intorno a quel sito si muore, ci si ammala e ci si ricovera più che altrove. Abbiamo presentato alle Autorità in indirizzo tutti i documenti che attestano quanto da noi sostenuto.”

Secondo quanto dichiarato dall’Associazione, Virginia Raggi e Laura D’Aprile “hanno evidentemente il solo e unico scopo di salvare il perimetro elettorale del loro partito di riferimento in vista delle elezioni di ottobre, noi al contrario l’obiettivo primario di salvare la vita e la salute dei nostri cari e dell’ambiente”. La Mazzoni inoltre si chiede “chi, come, quando, su quale tavolo-tecnico ha deciso che a salvare Roma dall’emergenza rifiuti debba essere la discarica di Albano-Roncigliano e non, ad esempio, quella di Roma-Malagrotta? Virginia Raggi e Laura D’Aprile? Hanno il potere e l’autorità per farlo? Secondo noi no.”

Mariangela Celiberti

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