Complice il caldo escono vermi e blatte
Roma, rifiuti al collasso. Il livello di raccolta differenziata è tornato quello del 2018

Il nuovo report dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale descrive una Capitale al collasso. La quantità di rifiuti riciclati è tornata a quella di due anni fa, invece di migliorare i torna indietro. Se la percentuale di riciclo in città nel 2019 era del 45,2% l’anno scorso è stata del 43,8%. I dati (forniti dal sistema di gestione O.R.SO. – osservatorio rifiuti sovraregionale) comunicati alla Regione e raccolti dall’ente su cui vigila il ministero per la Transizione ecologica, descrivono un risultato poco invidiabile. E il nuovo report che l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sta per pubblicare sarà impietoso con Roma. Ma basta fare un giro per le strade per vedere qual è la situazione: cassonetti pieni da nord a sud, senza distinzione fra centro e periferia. La città eterna, immobile da due anni, è sull’orlo dell’emergenza rifiuti.
I cassonetti incendiati (e i mezzi Ama, come accaduto in via Maiella dietro piazza Sempione nel quartiere di Montesacro), le montagne di sacchetti multicolore che rendono ormai vana una qualsiasi classificazione, sono una cartina di tornasole efficace. Negli ultimi giorni gli interventi dei vigili del fuoco sono stati 50, dal Casilino a Ostia. Solo tra sabato e domenica si sono registrate 31 chiamate, a Monte Mario e Prati. E complice il caldo cominciano anche a vedersi vermi e blatte. Il sistema di raccolta dei rifiuti sta attraversando uno dei momenti più difficili dell’amministrazione pentastellata e di conseguenza il campo di battaglia politico per le prossime comunali. I risultati deludenti, però, non riguardano solo l’ultimo mese. “Nel 2020 la raccolta differenziata a Roma é calata al 43,8%” ha annunciato l’assessore regionale ai rifiuti Massimiliano Valeriani, “un dato che conferma quanto denunciamo da tempo: la gestione dei rifiuti nella Capitale è totalmente fuori controllo”. Il passo indietro nella raccolta dei rifiuti, presta il fianco alle critiche. Anche perché, ha ribadito Valeriani “nel 2021 si rischia di registrare risultati ancora peggiori, basta camminare lungo le strade della città per capirlo”.
Degli investimenti se ne sono perse le tracce e i consigli di amministrazione di Ama vengono cambiati più spesso degli allenatori della Roma. Poi la perenne latitanza di impianti di proprietà della municipalizzata per la gestione dei rifiuti fa il resto. Nessun risultato da sbandierare quindi per l’amministrazione 5Stelle sulla raccolta della spazzatura. E il paragone con gli altri comuni laziali non aiuta. Infatti, non tenendo in considerazione la Capitale, le piccole amministrazioni che circondano il Gra (comprese quelle delle altre quattro province) arrivano a toccare il 60% di differenziata. Tra questi anche il Comune di Albano, “che è vicino all’80% di differenziata” fa sapere l’assessore Valeriani. Dato rimarcato non a caso, proprio nel comune dei Castelli si trova la discarica che la sindaca Virginia Raggi, con una contestata ordinanza Sindacale, vorrebbe far riaprire per ospitare i rifiuti di Roma.
Il prossimo passo è il tavolo tra la Regione ed il Ministero della Transizione ecologica, programmato per giovedì 15. In quella sede infatti verranno svelate le carte, con l’indicazione delle aree bianche, che “a Roma non esistono” fa sapere l’assessora ai Rifiuti del Campidoglio Katia Ziantoni, dove sarà possibile localizzare la discarica della Capitale. Tutto lascia pensare che, nel breve, la scelta ricadrà proprio sull’impianto di Roncigliano, ad Albano Laziale. Attese, qualunque sia il sito scelto, le proteste di sindaci e cittadini.
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