È composta da dieci articoli la bozza di delega al governo per la revisione del sistema fiscale, che è stata prima discussa in una riunione della cabina di regia, alla quale hanno partecipato il premier Mario Draghi, il ministro dell’Economia Daniele Franco e i capi delegazione delle forze politiche che sostengono l’esecutivo, e poi approvata dal Consiglio dei ministri, al quale però non hanno partecipato i ministri della Lega. Nella delega compare sì la revisione dell’Irpef, dell’Ires, la razionalizzazione dell’Iva ma anche un articolo per la modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e la revisione del catasto di fabbricati, soluzione su cui però il Carroccio è contrario.

La futura riforma, nelle intenzioni del governo, mira a stimolare la crescita economica attraverso una maggiore efficienza della struttura delle imposte e a ridurre il carico fiscale sui fattori di produzione. Si propone anche di razionalizzare e semplificare il sistema attraverso la diminuzione degli adempimenti e l’eliminazione dei micro tributi. Poi conferma la progressività del sistema, che va preservata, seguendo i dettami della Costituzione che richiamano un principio generale di giustizia e di equità. Ed infine punta al contrasto dell’evasione e dell’elusione fiscale.

Secondo quanto si legge nella nota di Palazzo Chigi, il disegno di legge interviene sul sistema duale e sull’Irpef, poggiando su due pilastri: il completamento del sistema duale e quindi la distinzione tra redditi da capitale e redditi da lavoro e la riduzione delle aliquote effettive che si applicano ai redditi da lavoro. Per i redditi da capitale è prevista la tassazione proporzionale, tendenzialmente con un’aliquota uguale per tutti i redditi da capitale, ma con gradualità, con l’obiettivo di razionalizzare l’attuale sistema e rendere più efficiente il mercato dei capitali.

La riforma si concentra sui redditi da lavoro dove è prevista la riduzione delle aliquote effettive medie e marginali dell’Irpef incentivando così l’offerta di lavoro, in particolare nelle classi di reddito dove si concentrano i secondi percettori di reddito e i giovani. Ripensamento poi della giungla delle deduzioni e detrazioni fiscali sulla base di una valutazione attenta dell’equità e dell’efficienza. Infine, si prevede il riordino della tassazione del risparmio, facendo attenzione alla necessità di non generare spazi per l’elusione dell’imposta.

Capitolo Ires: in materia di tassazione del reddito d’impresa, nel processo di attuazione della delega si potrà modificare la struttura delle imposte (aliquote e basi imponibili) a carico delle imprese in modo da allinearla a quella tendenzialmente e gradualmente omogenea prevista per la tassazione di tutti i redditi da capitale. All’interno di questo contesto, in ogni caso gli interventi potranno anche favorire la semplificazione dell’Ires con l’obiettivo di ridurre gli adempimenti a carico delle imprese.

Per quanto riguarda l’Iva, si stabilisce l’obiettivo di razionalizzare l’imposta, con riguardo anche ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le aliquote stesse. Si mira a semplificare la gestione del tributo e a ridurre i livelli di evasione e di erosione dell’imposta. Addio all’Irap per cui la delega ne prevede il superamento in maniera graduale.

Caccia ai terreni non accatastati e revisione del catasto. È prevista l’introduzione di modifiche normative e operative dirette ad assicurare l’emersione di immobili e terreni non accatastati. Si prevede, inoltre, l’avvio di una procedura che conduca a integrare le informazioni sui fabbricati attualmente presenti nel catasto, attraverso la rilevazione per ciascuna unità immobiliare del relativo valore patrimoniale, in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato e introducendo meccanismi di adeguamento periodico. Questo intervento non ha tuttavia alcun impatto tributario.

L’Imu arriverà ai Comuni. Il nuovo sistema previsto nel disegno di legge potrà essere disegnato al fine di garantire comunque che nel loro complesso Regioni e Comuni abbiano un gettito equivalente. Si prevede la revisione dell’attuale riparto tra Stato e Comuni del gettito dei tributi sugli immobili destinati a uso produttivo, al fine di rendere l’Imu un’imposta pienamente comunale.

Nuovo sistema di riscossione. La riforma intende superare l’attuale sistema che vede una separazione tra il titolare della funzione di riscossione (Agenzia delle Entrate) e il soggetto incaricato dello svolgimento dell’attività (Agenzia delle Entrate-Riscossione). Il potenziamento dell’attività potrà derivare dall’adozione di nuovi modelli organizzativi e forme di integrazione nell’uso delle banche dati che andranno valutati e definiti in sede di decreti delegati.

L’obiettivo finale di giungere a un riordino di tutte le norme all’interno di Codici con cui si prevede la codificazione delle norme tributarie.

Riccardo Annibali

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