Il day after delle elezioni amministrative fa subito pesare sul governo le fibrillazione del voto. La riunione del Consiglio dei ministri sulla delega fiscale è stata infatti disertata dai tre ministri della Lega.

Iniziativa, spiegano fonti del Carroccio, presa per la contrarietà alla riforma del catasto e per una “questione di metodo“. Non si può “votare sulla fiducia”, dicono le fonti, senza aver visionato i testi. Una tensione resa già evidente nella cabina di regia in cui il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, presente in rappresentanza del collega del Mise Giancarlo Giorgetti,
aveva lasciato anticipatamente il tavolo.

IL PUNTO DI DRAGHI – Il mal di pancia leghista è stato protagonista ovviamente dalla conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi nel pomeriggio dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal ministro dell’Economia Daniele Franco.

Interrogato sull’assenza dei ministri leghisti dal CdM sulla legge delega del fisco, il premier ha rimbalzato la questione: “Il perché ce lo spiegherà Salvini oggi o domani. Ma gli scambi avvenuti in cabina regia e nelle conversazioni avevano dato sufficienti elementi per valutare la legge delega“.

Ovviamente non è mancato un commento anche alle elezioni amministrative. Per il presidente del Consiglio i risultati “non hanno indebolito il governo, ma non so neanche se lo abbiano rafforzato”.

Quanto alle riforme approvate in Consiglio dei ministri, in particolare la riformulazione del catasto, Draghi ha aggiunto che il governo “si impegna ad accatastare tutto quello che non è accatastato, terreni, abitazioni, e procede a una revisione delle rendite catastali adeguandole alle rendite di mercato. A che ci voglio 5 anni, ma il governo si impegna che nessuno pagherà di più o di meno, le rendite restano invariate”. Per quanto riguarda la legge delega sul fisco, comunque, “ci sarà il confronto necessario”.

LA RISPOSTA DI SALVINI – E il segretario del Carroccio non ha fatto mancare la sua risposta, particolarmente piccata. “Non voto la delega fiscale perché non contiene quello che era negli accordi. I ministri della Lega non possono averla in mano alle 13:30 per una riunione alle 14. Non è l’oroscopo, non è possibile avere mezz’ora di tempo per analizzare il futuro degli italiani. C’è qualcosa da cambiare nella modalità operativa“, ha detto Salvini in una conferenza stampa convocata a Montecitorio.

“I nostri ministri mi dicevamo che nei corridoio tutti gli altri ministri dicevano ‘avete ragione’. Poi dentro per ipocrisia si china il capo e si alza la manina. Noi non chiniamo il capo quando ci sono di mezzo la casa e il risparmio degli italiani”, ha aggiunto Salvini per poi concludere: “C’è un’ipotesi di aumento di tasse che la Lega non avalla“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia