Dalle metropolitane ai rifiuti, passando per le municipalizzate e la gestione del consiglio comunale. Ha  convocato una conferenza in fretta e furia. E in poco più di un’ora ha elencato tutte le sue idee per cambiare Roma. “Perché io voglio essere il sindaco di Roma”. Carlo Calenda gioca a carte scoperte. A chi lo attacca dandogli del burbero risponde che “dice le cose che pensa in modo diretto senza pensare alla campagna elettorale in stile Love Boat di Gualtieri e del Pd”. Senza compromessi ma con tante idee. La linea di Azione è questa. “Per anni ci hanno raccontato favole su quanto si difficile fare questo o impossibile fare quell’altro a Roma. Io oggi sono qui per dire che mi sono stancato di prese in giro. Voglio fare il sindaco, anzi voglio essere il sindaco di questa città perché la amo e soffro nel vederla ridotta così. Cambiare tuto? No, ma quasi”.

IL PROGRAMMA

“Mi sono candidato a Roma perché ritengo che non è vero non sia governabile. Ma è un lavoro lungo, ci vogliono mesi, e per questo sono partiti già da tempo nel giro dei territori cittadini. Con 27 gruppi di lavoro abbiamo affrontato i problemi cittadini, a partire da rifiuti, trasporto e decoro”, afferma Carlo Calenda, leader di Azione e candidato sindaco di Roma, presentando la sua campagna elettorale. “Io voglio fare il sindaco – ha aggiunto – e per farlo serve un grande programma e un rinnovamento radicale della classe dirigente cittadina. Il mio slogan è “Roma sul serio”, perché noi vogliamo fare sul serio. L’Assemblea Capitolina da anni è in mano ai sindacati delle municipalizzate. Manderò il mio curriculum ai romani, perché puoi avere il programma migliore del mondo, ma se non hai mai svolto ruoli amministrativi non lo realizzi”. Calenda poi ha aggiunto: “Il mio è un impegno per 10 anni, due mandati, perché non bastano 5 anni per rilanciare la città. Specialmente una città devastata dagli ultimi 15 anni di malagestione”.

RIFIUTI: “E’ un tema complesso e la Regione Lazio guidata da Zingaretti ha grosse responsabilità sul caos rifiuti a Roma – spiega Calenda – gli impianti sono competenza della Regione che invece gioca sporco per sgambettare la Raggi ma a scapito dei cittadini che, pagando 170 milioni per spedire l’immondizia in impianti extraregionali, hanno la Tari più alta d’Italia. Serve un lavoro importante. Non sono contrario ai termovalorizzatori ma stiamo studiando da mesi anche la soluzione dei bio impianti, le così dette bio raffinerie. I poteri speciali? Non credo che per pulire le strade e svuotare i cassonetti servano grossi poteri. A Milano non li hanno e la città è uno specchio”.
METROPOLITANE: “Il problema di Roma è che la città sta andando sempre più oltre il Gra. Il centro si sta desertificando e le periferie stanno esplodendo perché non ci sono servizi. Non arrivano i trasporti. Non è possibile che una città che si espande così tanto a livello di territorio non abbia da anni un chilometro di metropolitane progettato. Basti pensare che stiamo ancora discutendo se realizzare o meno altre fermate della metro C. Assurdo. Per me il trasporto su ferro è fondamentale e metteremo in campo tutte le risorse necessarie per alzare l’offerta di trasporto veloce. Solo così si sta al passo delle grandi capitali europee e mondiali”.
MANUNTENZIONE: “La Raggi sta asfaltando ogni centimetro della città, ma è arrivata a farlo negli ultimi mesi del suo mandato. Ora mettono ciclabili ovunque. Ma nei quattro anni precedenti cosa ha fatto? Noi vogliamo mettere in piedi un progetto strutturale e strutturato di gestione delle strade e delle manutenzioni”.
MUNICIPI: “Avranno un ruolo fondamentale. Li voglio trasformare in comuni urbani perché non è possibile che ci siano municipi che hanno il doppio dei residenti di Bergamo… servono più risorse e maggiori responsabilità per i minisindaci. Ovvio che tutto va gestito con regole e paletti: non è che uno ha più fondi per migliorare il territorio e poi ci ho organizza la sagra della porchetta”.
CONSIGLIO COMUNALE: Lavorerò in consiglio comunale, con le persone che verranno elette. Se non vengo eletto sindaco, però, oggi non so se starò 5 anni in consiglio comunale. Oggi non lo so dire”.

Franco Pasqualetti

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