Ma i sindacati non ci stanno: ritiro della delibera
Roma, ecco le nuove tariffe taxi: corse più care ma servizio migliorato
Nuove tariffe taxi a Roma. Si aggiorna il tariffario per il servizio taxi a Roma. La delibera di giunta capitolina del 25 maggio per quanto riguarda le tariffe fisse, già contemplate su alcuni percorsi, programma un incremento dei costi per l’utenza che varia da uno a due euro in più. A titolo d’esempio: per la tratta Aeroporto di Fiumicino – Mura Aureliane il costo passa dai 48 ai 50 euro; da 55 a 57 euro varia il prezzo del percorso Aeroporto di Fiumicino – Stazione Tiburtina. L’unico incremento maggiore è quello di 5 euro sulla tratta Aeroporto di Fiumicino – Porto di Civitavecchia che passa da 120 a 125 euro. Una maggiorazione di un solo euro è prevista invece per percorsi quali Aeroporto di Ciampino – Stazione Tiburtina: qui si passa da 35 a 36 euro. Il tetto massimo per qualunque corsa all’interno del Grande raccordo anulare è fissato a 73 euro, precedentemente era a 70 euro.
PICCOLE VARIAZIONI
Piccole variazioni sono previste anche sulla quota fissa di partenza nei giorni festivi. Nella fascia oraria tra le 6 e le 22 si passa da 4,5 euro a 5 euro; tra le 22 e le 6 si parte invece da 7 euro anzichè da 6,5 euro. Il diritto fisso di chiamata al servizio Radio Taxi passa da 3,5 euro a 4 euro. L’adeguamento tariffario, secondo i sindacati del comparto taxi, è «di fatto paragonabile a una semplice mancia». Federtaxi Cisal, Ugl Taxi, Fit Cisl Lazio, Uiltrasporti Lazio, Uti, Usb taxi e Ati taxi, affermano che «l’adeguamento è stato atteso nove lunghissimi anni» e che «l’incremento di circa il 4 per cento delle vigenti tariffe è stato deciso senza alcun tipo di confronto con le rappresentanze sindacali del comparto». Interpellato da «Agenzia Nova», Alessandro Atzeni della Uiltrasporti Lazio riferisce che «ci sarebbe dovuto essere un parere della commissione capitolina Mobilità e un parere di una commissione consultiva partecipata da tutti i soggetti interessati». Secondo Atzeni l’adeguamento «risulta assolutamente non coerente con i regolamenti e con la necessaria trasparenza».
L’ASSESSORATO ALLA MOBILITA’
Dall’assessorato alla Mobilità del Campidoglio, invece, replicano che l’aggiornamento «non ha nulla a che vedere con la revisione delle tariffe vera e propria, così come prevista dal nuovo regolamento in delibera di Assemblea capitolina approvata il mese scorso, revisione che deve procedere a esito del confronto con le rappresentanze degli operatori».
SINDACATI IN RIVOLTA
«Ancora una volta l’amministrazione Raggi dimostra la più completa inadeguatezza nella gestione di Roma Capitale. L’aggiornamento delle tariffe taxi così come stabilito dalla delibera di giunta è errato nei modi e nei termini, in quanto ignora completamente la democrazia che avrebbe previsto un parere della commissione mobilità ed un parere della commissione consultiva presenziata da tutti i soggetti interessati ad un opportuno adeguamento delle tariffe taxi». È quanto dichiara Alessandro Atzeni di Uil Trasporti Lazio aggiungendo che «La giunta capitolina ha ignorato uno dei passaggi fondamentali della deliberazione n. 68 del 2011 e cioè che la stessa prevedeva un controllo sulle tariffe già dal 2014 non eseguito ed ignorato nel 2016 ed un controllo complessivo con una totale analisi dei costi per permettere di tutelare sia l’operatore che l’utenza collegata al servizio. Infatti la mancata applicazione dei dettami completi dell’articolo 31 della delibera 68 del 2011, hanno creato un vulnus che potrebbe essere controproducente per la stessa utenza». E ancora: «Il controllo dei prezzi del servizio a scadenza biennale – aggiunge il sindacalista – contiene anche la necessità che dopo 6 anni deve essere calcolata ogni variabile dei costi il cui risultato finale può essere un miglioramento a favore dell’utenza o un adeguamento in positivo a favore dell’operatore. La giunta Raggi ha ignorato completamente questo passaggio nel regolamento dei servizi pubblici non di linea varato con delibera numero 68 del 2011. La mancata applicazione del controllo ogni 6 anni, scaduto nel 2018, di tutte le variabili e costi di esercizio, elimina la trasparenza, che con questa disposizione veniva sancita a favore soprattutto dell’utenza. La delibera di giunta oltre ad essere offensiva per le modalità e la tecnica con cui è stato trattato l’adeguamento tariffario taxi, risulta assolutamente non coerente con i regolamenti e con la necessaria trasparenza di un prezzo amministrato che necessità di un’attenta analisi dei costi complessivo. Come rappresentanti, non solo dei lavoratori ma anche della difesa delle normative e delle regole, chiediamo il ritiro della delibera di giunta con un ricalcolo complessivo, come previsto dalla delibera numero 68 nel 2011 e dalla necessaria trasparenza della tariffa di prezzo amministrato».
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