Cercasi federatore per i riformisti. L’annuncio non è ancora apparso sulle job boards ma il posto è vacante e l’esigenza, come dicono gli head hunter, riveste carattere di urgenza. Italia Viva e Azione sono ancora scossi dal terremoto delle Europee. Il partito di Matteo Renzi lancia un tesseramento straordinario per contarsi, in vista del congresso che celebrerà a ottobre. Il capogruppo di Iv al Senato, Enrico Borghi, va a Sky per dettagliare: “L’errore fondamentale è stato andare divisi alle elezioni europee. Se tutti i riformisti italiani avessero costruito una lista unitaria, sotto la bandiera degli Stati Uniti d’Europa, oggi un milione e mezzo di italiani, che si è espresso in questa direzione, avrebbe avuto 6 o 7 europarlamentari nel gruppo di Renew Europe. La divisione non paga”.

Tutti d’accordo sulla diagnosi, al capezzale del terzo polo si dividono sulla terapia. Una costituente con chi ci sta, dice Ettore Rosato di Azione. Ma dallo stesso partito, Enrico Costa lo smentisce: «Costituente non significa niente. Ci vuole invece un manifesto, un programma di sintesi: chi aderisce, fa parte del progetto». Prima l’agenda. Il percorso unitario, inizialmente una federazione, poi un soggetto unico. Infine il leader. Luigi Marattin si candida alla successione di Matteo Renzi alla guida di IV. «Per fare cosa? Con quale programma, quale visione?», lo pungola, dallo stesso partito, Teresa Bellanova. Che propone di tenere piuttosto in piedi Stati Uniti d’Europa, progetto unitario che può magnetizzare l’area riformista, meglio se vincolandola con chiarezza al centrosinistra.

Nel dibattito entra con i piedi nel piatto anche Oscar Giannino, che lavorò con “Fare per fermare il declino”, lui per primo, a un soggetto liberale, pre-terzopolista, già nel 2012. La sua proposta è semplice: una serie di appuntamenti per capirsi, integrarsi, fare sinergia e al culmine, elezioni primarie per votare chi dovrà guidare alle elezioni del 2027. Lui, che aveva inventato da zero la prima forza liberaldemocratica della seconda repubblica, a cui fu posto fine con una antipatica incursione nelle fragilità della sua vita privata, rivolge un appello che è l’evoluzione di quello che firmò dodici anni fa con Fare: «Inviti a porte aperte per tutti, ma con proposta finale di un primo corredo di regole, documento orientativo e proposta di primo congresso costitutivo, anche in quel caso non costruito per delegazioni di partiti e movimenti ma su base libera individuale, e primarie per la leadership. Poi, immediato inizio di iniziative sul territorio e iscrizioni. Volendo, non è affatto difficile».

In questo contesto, al fermento dell’ala libdem e riformista si affianca il movimento dei centristi dell’ala moderata e cattolica. Clemente Mastella con “Noi di Centro” si offre come regista, da Benevento: «E’ il momento di tornare a fare politica, io stesso mi muoverò a livello nazionale: ci sono i presupposti per fare una federazione di centro». Si torna a parlare di Francesco Rutelli come federatore. A lui – come ci conferma Mastella – hanno chiesto di muoversi per non disperdere il patrimonio elettorale della famosa prateria tra Pd e FI. Innestandoci, se di prato si tratta, una Margherita. Della partita potrebbero far parte Giuseppe De Mita dell’Associazione Popolari, Gaetano Quagliarello di Fondazione Magna Carta, Ivo Tarolli di Piattaforma Popolari 2023 insieme con Stefano Zamagni e la sua “Insieme”. Giuseppe Fioroni di Tempi Nuovi, I Moderati del piemontese Giacomo Portas. Il Centro Democratico di Bruno Tabacci, e – perché no? – la Dc di Totò Cuffaro e l’Mpa di Raffaele Lombardo. Chiamati in causa, Dario Franceschini e Paolo Gentiloni avrebbero offerto a Rutelli la sponda necessaria, garantendo per l’iniziativa il pieno sostegno del centrosinistra a guida dem. Nella stessa direzione si sta muovendo Riccardo Magi, Più Europa: «Con il Pd si può costruire un argine a queste destre», dice. Oggi sotto il tetto dell’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, Rutelli e Renzi parleranno l’uno dopo l’altro dallo stesso podio. Chissà che non sia la posa della prima pietra, ospiti dei costruttori, per la nuova casa comune dei riformisti italiani.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.