“Il sangue di San Gennaro è ancora solido”. È questo l’annuncio dall’altare del Duomo di Napoli che per il secondo giorno consecutivo ha lasciato i fedeli delusi. Dopo la celebrazione eucaristica l’arcivescovo Mimmo Battaglia alla presenza di 200 persone ha nuovamente tirato fuori l’ampolla e costatato che il sangue era ancora solido. Niente da fare nemmeno oggi.

Già nella giornata di ieri non si era ripetuto il miracolo della liquefazione così come non era successo nemmeno lo scorso dicembre. Per la seconda volta consecutiva quindi non si è verificato il prodigio del sangue del patrono di Napoli.

Nel corso dell’omelia, Battaglia ha messo in guardia i fedeli esortandoli a non lasciarsi andare alla brama di voler leggere nel miracolo buoni auspici o presagi nefasti per il nostro futuro: “Il sangue, sia che si sciolga, sia che resti nella sua immodificata sacralità, ci rimanda al sangue di Cristo, nel cui mistero pasquale ancora ci troviamo e che ancora dà il senso alla grande e intensa icona del sangue che si scioglie”.

Sono tre le date nelle quali i napoletani si riuniscono in preghiera per invocare lo scioglimento del sangue: il 19 settembre, giorno del santo patrono, il 16 dicembre (in ricordo dell’intervento con cui si attribuì a San Gennaro il miracolo che bloccò l’eruzione dl Vesuvio nel Seicento) e il primo sabato di maggio. Il mancato scioglimento del sangue viene letto da molti napoletani come un cattivo presagio ma la Chiesa napoletana chiede di non dare un significativo negativo al mancato ripetersi di tale evento.

Da ‘tradizione’ nelle occasioni in cui non si è sciolto il sangue sono avvenute sventure per la città di Napoli e non solo: nel settembre del 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale, nel 1973 l’epidemia di colera nel capoluogo campano, mentre nel 1980 il drammatico terremoto che devastò l’Irpinia.

Anche ieri il sangue non si è sciolto. La cerimonia a causa della pandemia si è tenuta all’interno della chiesa cattedrale senza la processione dei busti di San Gennaro e dei compatroni dal duomo alla basilica di Santa Chiara, nel centro storico della città. Assenti anche i fedeli, nel rispetto delle normative anti-contagio.

La cerimonia si è svolta, nel rispetto delle normative anti contagio, senza i fedeli, in una atmosfera surreale per una cerimonia che, di norma, ha sempre visto una immensa partecipazione di popolo.

Sull’altare, oltre a don Battaglia, era presente anche il cardinale Crescenzio Sepe, suo predecessore come guida della Chiesa di Napoli. Nella sua omelia don Mimmo Battaglia ha usato parole dure contro la camorra. L’Arcivescovo ha detto infatti che “siamo tutti chiamati a denunciare criminalità, corruzione, malaffare”. “Tutto ciò che inquina il tessuto sociale, tutto ciò che allontana dall’amore di Dio. Saremo capaci di denunciare in nome del Vangelo della giustizia?”, ha chiesto rivolgendosi ai fedeli.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.