Il cardinale Angelo Becciu scrive una lettera durissima al cardinale australiano George Pell. E volano stracci, si alza la tensione tra i due prelati. Una lettera aperta in cui Becciu, ex sostituto per gli Affari Generali ed ex prefetto per le Cause dei santi, imputato nel processo nato dall’acquisto del palazzo di Sloane Avenue a Londra, usa parole forti e attribuisce a Pell “argomenti offensivi” nei suoi confronti, “pubbliche provocazioni” e “ricostruzioni manifestamente infondate”.

“Eminenza Reverendissima, l’imminenza del Natale richiama tutti ad elevati sentimenti e, specialmente a noi credenti, ad essere testimoni credibili del messaggio di fraternità che viene dalla capanna di Betlemme”, esordisce la lettera aperta divulgata dall’avvocato del cardinale, Fabio Viglione. “In forza di tali convinzioni prendo l’iniziativa di scriverLe in questa forma pubblica. Mi creda, lo faccio forzando ogni mia contraria volontà, perché ormai costretto dai Suoi numerosi interventi su molti mezzi d’informazione che hanno a più riprese riguardato, purtroppo, la mia persona, con argomenti che ho sentito offensivi della mia dignità personale e del servizio ecclesiale che, con entusiasmo, obbedienza e fedeltà ho cercato di offrire, nei decenni, al Santo Padre e alla Chiesa”.

“Premetto che non risponderò ad alcuna delle Sue ricostruzioni, la cui infondatezza è tuttavia manifesta: vincoli di profondissimo rispetto per la Santa Sede che abbiamo rappresentato, così come la dignità cardinalizia che rivestiamo, dovrebbero impedire queste pubbliche provocazioni, poco comprensibili ai nostri fedeli e a quanti si aspetterebbero ben altro atteggiamento da uomini di Chiesa”. Le tensioni durano da tempo tra i due: Pell era fino a giugno 2017 il Prefetto della Segreteria per l’Economia mentre Becciu era Sostituto della Segreteria di Stato. Il cardinale australiano venne accusato di pedofilia, ha trascorso tredici mesi in carcere ed è stato completamente assolto, all’unanimità, da ogni accusa dall’Alta Corte australiana.

La polemica nascerebbe a partire dai soldi che, quando Pell era accusato e a processo, sarebbero stati mandati dal Vaticano in Australia. “Alcuni parlano di una connessione possibile tra i problemi nel mondo delle finanze qui e i miei problemi in Australia, ma non abbiamo prove. Sappiamo che del denaro è andato dal Vaticano in Australia, due milioni e 230 mila dollari, ma finora nessuno ha spiegato perché”, aveva dichiarato Pell a inizio novembre e al National Catholic Register aveva insistito: “Ho una domanda per il cardinale Becciu. Può dirci per cosa è stato inviato il denaro?”.

Alle domande di Pell Becciu replica: “Lei più di ogni altro sa e conosce i dolori di un’accusa ingiusta ed i patimenti che un innocente — quale, non meno di lei, io sono — deve sopportare durante un processo”. E quindi la chiosa: “Proprio per l’assoluto rispetto che nutro verso il Tribunale, forte e vivo in me, non le risponderò pubblicamente, ma attenderò il momento appropriato, davanti al giudice terzo ed imparziale, per replicare punto su punto e far apprezzare alle Istituzioni giudiziarie vaticane l’assoluta infondatezza delle accuse nei miei confronti. Fino ad allora, confido che questo mio pubblico richiamo, esteso comunque con senso di fraternità e comunione ecclesiale, possa meglio consigliarla ad un diverso atteggiamento, astenendosi dal coinvolgermi ulteriormente nel pubblico discorso”.

Pell aveva recentemente dichiarato in un dialogo con il quotidiano Il Foglio che l’inchiesta sui fondi vaticani “andrà avanti. Francesco è molto arrabbiato: si è sentito ingannato. Raggirato”. Tre le accuse sulla vicenda del palazzo in Sloane Avenue a Londra quelle di estorsione, peculato, truffa aggravata, subornazione e autoriciclaggio. Per la prima volta, in epoca moderna, il caso vede un cardinale a processo non davanti a suoi pari, cioè ad altri cardinali. Il caso, ovvero le accuse sul presunto e tutto da provare acquisto del palazzo in Sloane Avenue a Londra tramite le donazioni affidate dai fedeli all’Obolo di San Pietro, è il più grande scandalo a colpire la Chiesa negli ultimi anni.

Becciu si è da sempre proclamato innocente, come comunicava in una nota stampa: “Sono vittima di una macchinazione ordita ai miei danni, e attendevo da tempo di conoscere le eventuali accuse nei miei confronti, per permettermi prontamente di smentirle e dimostrare al mondo la mia assoluta innocenza. In questi lunghi mesi si è inventato di tutto sulla mia persona esponendomi ad una gogna mediatica senza pari al cui gioco non mi sono prestato, soffrendo in silenzio, anche per il rispetto e la tutela della Chiesa, a cui ho dedicato la mia intera vita”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.