Apertura a Fratelli d'Italia: "Meloni è lungimirante"
Scissione Lega, c’è l’addio di Donato: “Salvini, comandano Giorgetti e i governatori”

“Prevale la linea dei ministri, capeggiati da Giorgetti, e dei governatori. Io non mi trovo più a mio agio e tolgo tutti dall’imbarazzo”. Con queste parole l’europarlamentare Francesca Donato lascia la Lega e apre, di fatto, la scissione nel partito guidato da Matteo Salvini, sempre più diviso dal decreto green pass e dalla linea dell’attuale governo Draghi.
Dopo settimane di tensioni, minacce e voti contro in Parlamento, il decreto sul certificato verde per accedere ai luoghi di lavoro (a partire dal 15 ottobre) rompe il Carroccio. La linea critica nei confronti dei provvedimenti del governo “pur condivisa da larga parte della base è diventata minoritaria: prevale la posizione dei ministri, con Giorgetti, e dei governatori. Io non mi trovo più a mio agio e tolgo tutti dall’imbarazzo“. Queste le parole Francesca Donato. “Non posso più stare in un partito che sostiene l’esecutivo Draghi”, dichiara in un’intervista a Repubblica.
Donato sottolinea la posizione Salvini sempre più “delicata. Rappresenta un partito con diverse anime, ma c’è una prevalenza della linea dei presidenti di Regione e dei ministri, capeggiati da Giorgetti, a favore delle scelte del governo Draghi. Il segretario ha cercato di dare forza a quanti come me giudicano che le decisioni sul Green Pass siano sproporzionate e inadeguate. Salvini ha dovuto mediare, ma a un certo punto si è fermato, non giudico il suo lavoro”.
Secondo Donato l’attuale segretario è finito in minoranza, “almeno all’interno della segreteria del partito pare che sia così“. Poi aggiunge: “Non pensate che le voci contrarie alla linea pro-governo, fra gli eletti, siano sono quelle di Borghi, Bagnai o Siri. C’è un forte dissenso interno che, laddove non sarà composto, non potrà che emergere: potrà verificarsi pure una scissione”.
“Lascio la Lega ma resto nel gruppo di Identità e democrazia, ho contatti con altre delegazioni straniere contrarie al Green Pass. Intendo restare indipendente, finché c’è l’emergenza Covid, poi vedremo”. Poi l’apertura a Fratelli d’Italia: “Va riconosciuto a Giorgia Meloni di aver mostrato coraggio e lungimiranza non entrando al governo…”.
In mattinata, sul suo sito ufficiale, Donato aggiunge: “Dopo una lunghissima e approfondita riflessione, sono giunta alla sofferta decisione di uscire dal partito nel quale sono stata eletta.
La mia scelta è maturata dopo mesi in cui i valori in cui credo fermamente – quelli dell’uguaglianza, della libertà individuale e della dignità umana – sono stati sempre più calpestati dai provvedimenti presi dal governo nazionale, di cui la Lega fa parte. Nonostante le rassicurazioni e le battaglie interne del nostro leader, sono passati decreti liberticidi e discriminatori che – a mio avviso – sono incompatibili con i principi fondamentali del nostro ordinamento.
Preso atto della scelta del Segretario di permanere in questo governo qualunque atto esso compia, assunta anche in considerazione della volontà in tal senso prevalente dei ministri e governatori della Lega, ritengo che sia oggi un fatto di coerenza con i miei valori e di rispetto per i miei elettori ma anche per i miei colleghi di partito, fare un passo indietro e smettere di farne parte.
Non intendo infatti creare ulteriori imbarazzi o problemi al Segretario federale o ad altri con le mie dichiarazioni o iniziative dissonanti rispetto alla linea indicata dal vertice.
Ringrazio Matteo Salvini per le battaglie che continua a combattere nel suo delicato e difficile ruolo, nonché per lo spazio concessomi, senza mai censurare le mie personali opinioni. Restano immutate la mia stima ed affetto per lui e per tutti i miei colleghi, con i quali continuerò a lavorare da esterna, ove possibile, con lo stesso spirito di collaborazione e lealtà, pur nel rispetto prioritario dei parametri etici che la mia coscienza mi impone.
Ringrazio anche il Segretario Regionale siciliano On. Nino Minardo, galantuomo con cui ho sempre avuto rapporti di reciproca stima e lealtà.
Resterò membro del gruppo Identità e Democrazia al Parlamento Europeo, ma rimarrò fuori da altre collocazioni partitiche per poter svolgere nella massima indipendenza e sotto la mia personale responsabilità il mio ruolo politico in difesa della minoranza degli Italiani oggi etichettati come “no-vax”, gravemente discriminati e attaccati nel nostro Paese, e di tutti coloro che credono ancora nei valori della nostra Costituzione repubblicana, che pongono al centro il rispetto dei diritti umani per tutti i cittadini”.
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