“Marcolino, smettila di rileggerti il codice penale e quel manuale sulle manette, ci sono altri libri in biblioteca, letteratura, storia, avventure…” Sembra che l’insegnante di Marco Travaglio gli ripetesse sempre questa frase, quando Marcolino era ragazzetto. E lui, testardo, sempre il manuale leggeva. Così è successo che oggi è un ottimo polemista – questo nessuno, francamente, lo può negare – ma non sa molte cose.

Per esempio che i trattati internazionali sono assegnati dai capi di Stato a dei plenipotenziari, che li preparano in segreto e solo dopo la conclusione, e non sempre, i trattati vengono portati al Parlamento che ha solo potere di ratifica.

Marco non lo sa, non può sapere tutto. E scatena una polemica alla quale, però, nessuno risponde, perché un po’ fa ridere. Ancora venerdì, nel suo editoriale sul Fatto, insisteva e si scagliava contro l’accordo Italia-Francia. E subito dopo colpiva il bersaglio grosso. Draghi. Che – secondo voci che riporterebbero voci, che nascono da voci su quanto avrebbe sussurrato Di Maio a un amico – vorrebbe il ministro Daniele Franco a palazzo Chigi, dopo di lui. Ohii, ohii, moi, grida Marco. E la Costituzione? Chi lo ha eletto questo Franco? Chi lo conosce?

“Marcolino, di nuovo col manuale sulle manette”, sembra gli abbia detto, per telefono, il suo vecchio insegnante. E con calma gli ha spiegato come stanno le cose. Primo, il premier, per la Costituzione, non è eletto dal popolo. Secondo, chiunque si occupi di politica conosce benissimo Daniele Franco, che ha guidato per anni l’economia italiana. Terzo – ma questa del vecchio insegnate è una domanda maliziosa – sei sicuro che il tuo pupillo, Giuseppe Conte, sia stato eletto? Sei sicuro che prima di diventare presidente del Consiglio fosse noto per qualcosa oltre che per qualche affare con l’Acqua marcia e per il compito di tenere in ordine lo studio Alpa?

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.