La Russia chiude i rubinetti. Da domani mattina alle 8 (ora di Mosca) interromperà la fornitura di gas alla Polonia.

La conferma è arrivata in serata dalla maggiore società petrolifera polacca PGNiG. Una pesante controffensiva nei confronti del governo polacco, che ha deciso di non ‘piegarsi’ alla richiesta russa dei pagamenti in rubli. Già nel pomeriggio di oggi 26 aprile alcuni media media locali avevano annunciato che il flusso stava per fermarsi lungo il gasdotto Yamal, che appunto collega i due Paesi.

Il termine per rispettare i contratti in essere, hanno fatto sapere da Mosca, è scaduto venerdì: la Polonia avrebbe quindi dovuto pagare entro oggi, rispettando la nuova procedura, ha comunicato il colosso energetico Gazprom tramite il suo portavoce Sergey Kupriyanov. 

La reazione della Polonia

Ma lo stop al gas russo sembra non aver spaventato la Polonia. Il Governo ha subito riunito un comitato di crisi per monitorare la situazione. E intanto la società petrolifera nazionale PGNiG, che ha definito l’interruzione delle forniture “una violazione” del contratto previsto per Yamal, ha annunciato di voler sporgere denuncia. I vertici della società hanno infatti assicurato, riporta l’Ansa, di essere pronti a ottenere “gas da altre direzioni con i collegamenti ai confini occidentali e meridionali e il terminal Gnl di Swinoujscie, che aumenta il numero di navi metaniere servite”. A cui si aggiungono la produzione nazionale di gas e le riserve.

I nostri magazzini sono pieni al 76%. Non ci sarà carenza di gas nelle case polacche“, ha spiegato la ministra polacca del Clima e dell’Ambiente, Anna Moskwa, ricordando che il Paese “per anni” è stato “effettivamente indipendente dalla Russia”. Al momento il 55% delle importazioni di gas della Polonia arriva dalla Russia, anche se Varsavia ha già adottato alcune misure per ridurre la propria dipendenza, tra cui la costruzione di un nuovo gasdotto dalla Norvegia. Tra i vari governi europei, quello di Varsavia è sempre stato il più deciso nella richiesta di estendere le sanzioni contro Putin anche al petrolio e gas russo. Il colosso Gazprom rientra inoltre nella ‘black list’ delle aziende e degli oligarchi di Mosca che sono stati colpiti dalle sanzioni.

La notizia dell’interruzione delle forniture di gas ha fatto schizzare il prezzo del gas naturale in Europa che al Ttf, ossia l’hub olandese di riferimento, arriva ben oltre la soglia dei 100 euro per megawattora e aumenta fino al 17%. Per poi ripiegare a fine giornata a 99,18 euro (+7%). 

Sospesa la fornitura anche alla Bulgaria 

“Bulgargaz ha ricevuto una notifica oggi, 26 aprile, che le forniture di gas naturale da Gazprom Export saranno sospese a partire dal 27 aprile“.

Lo riporta l’Ansa citando una nota il ministero dell’energia della Bulgaria, paese fortemente dipendente dal gas russo. “La parte bulgara ha pienamente adempiuto ai propri obblighi e ha effettuato tutti i pagamenti richiesti dal suo attuale contratto in modo tempestivo, rigorosamente e in conformità con i suoi termini” ha fatto sapere il governo di Sofia.