Grima. È ritenuto uno dei suoni più fastidiosi al mondo. Letteralmente è il suono che fanno le unghie su di un vetro. È quel rumore insopportabile di quando ci si arrampica sugli specchi. Sugli specchi ora ci sono, primi fra tutti, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e i loro tentativi di scrollarsi di dosso le colpe della strage di Cutro sono veramente insopportabili, uno dei suoni più fastidiosi del mondo. Mentre il capo dello Stato Sergio Mattarella è andato a pregare davanti alle bare dei 64 migranti morti in mare la notte tra sabato e domenica, i due Ministri del Governo Meloni hanno detto di tutto. Ora l’ultima arriva da Salvini che prova a fare il furbo e a defilarsi.

Non so se ci sono precedenti nella storia della Guardia Costiera, se tutelerà in tutte le sedi opportune comprese quelle giudiziarie la propria onorabilità farà solo e soltanto il suo dovere” ha detto il Ministro intervenendo all’incontro “Infrastrutture e cultura: il ruolo del porto per lo sviluppo di un territorio” in programma al porto di Palermo. Bene, il tentativo di sfilarsi è chiarissimo. Salvini ci prova, fa il furbo e dice chiaramente che dovrà essere la Guardia Costiera a tutelarsi dalle accuse che si rincorrono in questi giorni. Ma la Guardia Costiera dipende proprio da lui. Da Matteo Salvini, dal ministero delle Infrastrutture che presiede. E se qualcosa è andato storto, e non secondo ciò che la legge dice di fare quando c’è una barca che sta affondando con a bordo 180 persone a pochi metri dalla costa, la colpa è di Salvini.

La Guardia Costiera risponde agli ordini del Ministro. È ovvio che l’imperativo dove essere: uscite in mare e salvateli. Ma è tragicamente ovvio pure che così non è stato. Stando alle ricostruzioni dei vari enti coinvolti, il primo allarme è stato lanciato alle 5 del mattino di sabato. Cioè quasi 24 ore prima del naufragio. E quando la barca dei migranti era lontana forse un centinaio di miglia dalla costa. A quel punto è scattato il Sar (acronimo di “ricerca e soccorso” oppure “ricerca e salvataggio”, dall’inglese “Search and Rescue“). Il tempo per raggiungere la barca e trarre in salvo chi era a borda c’era.

E c’era tutto il tempo di organizzare un soccorso con mezzi adeguati e personale specializzato nei salvataggi in mare. Ma non è accaduto e il mare ha restituito più di sessanta corpi alla spiaggia di Steccato, con il numero di dispersi che è di oltre trenta persone. Resta da capire perché siano usciti due motovedette della Guardia di Finanza, poi rientrate in porto dopo poco, e non i mezzi della Guardia Costiera? Hanno detto che sono stati informati solo alle prime luci del mattino, che la comunicazione è arrivata solo alle 4.30. Questo si spiega perché quel barcone è stato trattato come “questione di ordine pubblico” (law enforcement) e non è scattata l’operazione Sar. La Guardia Costiera dovrà fornire i dettagli delle comunicazioni che sono avvenute, o che non sono avvenute, quella notte ma dell’allarme che è stato lanciato e degli ordini diramati, o non diramati, dovrà rispondere anche il ministro Salvini.

Avatar photo

Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.