L'indagine parallela a Crotone
Strage di Cutro, la Procura indaga sui soccorsi in mare: fari puntati su Guardia costiera e Finanza

Una seconda inchiesta sul naufragio di Cutro, costato la vita ad almeno 67migranti, con un numero imprecisato di dispersi. La Procura di Crotone ha deciso di aprire un secondo fascicolo sull’ennesima strage di migranti nei nostri mari, slegata però dalla prima aperta subito dopo il naufragio: questa infatti riguarda esclusivamente la ricostruzione dei fatti avvenuti nella notte tra il sabato e la domenica mattina quando l’imbarcazione con a bordo almeno 180 migranti è naufragata, per capire vederci chiaro sulla catena della macchina dei soccorsi.
Secondo quanto riferisce l’AdnKronos, il fascicolo è aperto contro ignoti né sono noti i capi di imputazione: la delega è stata dal procuratore Giuseppe Capoccia ai Carabinieri che stanno raccogliendo del materiale sul ‘buco’ di almeno sei ore, tra le 22.30 di sabato 25 febbraio, quando l’aereo di Frontex ha emesso il dispaccio con cui segnalava la presenza di una imbarcazione nello Ionio.
La Procura ha chiesto alla Guardia costiera e alla Guardia di finanza gli atti relativi alla loro attività nelle ore antecedenti il naufragio del barcone di migranti.
L’inchiesta dovrà fare luce sulle responsabilità, che i vari “attori” si stanno rimpallando da giorni, e capire se dietro la strage di Cutro vi sia stato un errore di valutazione, un intervento di salvataggio ipotizzato quando era ormai tardi, o se i comportamenti tenuti dalle varie parti non siano penalmente rilevanti.
Pesano, e tanto, le parole riferite mercoledì in occasione della camera ardente dei morti nel nubifragio dal comandante della Capitaneria di Porto di Crotone, Vittorio Aloi. Parlando con i giornalisti, che gli domandavano perché la Guardia costiera non abbia agito nonostante la segnalazione di Frontex di una imbarcazione ‘distress’ (in pericolo), Aloi aveva spiegato: “Non mi risulta che si trattasse di una segnalazione di distress, sapete che le operazioni le conduce la Guardia di finanza finché non diventano comunicazione di Sar (di salvataggio ndr). Io non ho ricevuto alcuna segnalazione”.
Ma soprattutto Aloi aveva ricordato che quel giorno “c’era mare forza 4“, ma che “le motovedette avrebbero potuto navigare anche con mare forza 8“.
(articolo in aggiornamento)
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