Sulla nascente Superlega i dubbi sono più delle certezze. Tra queste, certamente l’accoglienza a dir poco “fredda” di Uefa, Fifa, leghe nazionali e una grossa fetta di tifosi, che soprattutto in Premier League hanno manifestato all’esterno degli stadi con striscioni e cori inneggianti a un calcio più inclusivo e “meritocratico”. A sciogliere invece i tanti dubbi ci ha pensato, in parte, il nuovo presidente del torneo appena nato, Florentino Perez, ideatore dello scisma e già patron di una delle squadre più rappresentative, il Real Madrid.

In un’intervista all’emittente spagnola El Chiringuito Tv ha messo subito al centro l’aspetto economico, principale motivo che ha portato allo scisma: “Molti club importanti in Spagna, Italia e Regno Unito si trovano in una situazione finanziaria pessima. L’unico modo è giocare partite più competitive. La Superlega a differenza della Champions, aiuta i club a recuperare i guadagni persi”.

Nega, però, che si tratti di una manovra per aumentare il divario tra club blasonati e meno noti. “Lo stiamo facendo per salvare il calcio in questo momento critico, diventerà una piramide perché noi grandi club avremo più soldi e potremo investirli all’interno del sistema. Se i grandi perdono i loro soldi, come sta accadendo, l’intero sistema calcio crolla”.

In effetti i club della Superlega si sono impegnati a stanziare un fondo di solidarietà annuale da oltre 400 milioni, maggiore di quello messo in campo oggi dall’Uefa, per lo sviluppo del calcio minore e di quello femminile. E anche sull’elitarismo Perez ha da ridire: “Non è un campionato chiuso, chi si guadagnerà i restanti cinque posti avrà la possibilità di giocare contro i migliori club al mondo”.

Ha citato esplicitamente Napoli e Roma come possibili partecipanti: “Avranno la possibilità di essere in competizione un anno o l’altro, poi vedremo”. Un’indiscrezione del Corriere dello Sport riporta come un emissario di JP Morgan, la banca statunitense che ha deciso di finanziare la nascita del torneo con 3,5 miliardi, avrebbe contattato telefonicamente il Napoli. Resta da capire, secondo il quotidiano sportivo romano, “quale sarà la risposta di De Laurentiis, che da tempo sostiene la necessità di cambiare il calcio, per lui diventato ormai vecchio”.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.