L’ombra di una epidemia inarrestabile si allunga sull’Italia alimentando così paure ancestrali cui non eravamo più abituati. E la paura è una pessima consigliera cui non bisogna mai dare ascolto privilegiando, al contrario e dopo un profondo respiro, l’analisi razionale di ciò che sta accadendo sul piano sanitario ed economico.  Le misure varate dal governo forse un po’ tardive sono l’unica arma che abbiamo per sconfiggere il virus Covid 19 e la sua cavalcata tra gli italiani. Questo sconosciuto può essere battuto lasciandolo sempre più solo e accentuando l’isolamento della stragrande maggioranza delle persone onorando e sostenendo quanti negli ospedali e nelle filiere di produzioni essenziali per la vita di tutti lavorano instancabilmente a disprezzo del pericolo.

Questi sono gli eroi civili di cui avevamo dimenticato l’esistenza nell’era della grande tecnologia e dell’intelligenza artificiale che sta dimostrando, come era logico attendersi, la incapacità a sostituire l’uomo sul terreno del pensiero e della ricerca scientifica così come, naturalmente, su quella della tensione etica e morale che fa appunto dell’uomo un unicum creativo insuperabile. Detto questo noi siamo convinti che le misure avviate faranno sentire i propri effetti positivi a partire dalla fine di marzo per poi continuare gradualmente a spegnere definitivamente il contagio. Purtroppo lasceremo sul campo alcuni di noi ma per limitarne al massimo il numero è stranecessario che persone anziane e con altre patologie siano murate a casa sino a quando “ l’ombra nera” non sarà passata.

Un pensiero deve però attenuare la nostra giusta preoccupazione e cioè che a distanza di due mesi dall’inizio del contagio gli affetti da coronavirus siano 15mila e forse arriveranno a 20-30 mila o poco più in una popolazione di 60 milioni di abitanti mentre cento anni fa l’influenza spagnola mieteva vittime a milioni comprese tantissime giovani vite. Nessuna sciocca comparazione ma solo per ricordare a noi tutti che l’alta contagiosità di questo virus sconosciuta è contrastabile come hanno dimostrato i cinesi della provincia di Hubei forte anch’essa di 60 milioni di abitanti. A ciascuno di noi l’onore e l’obbligo di essere soldati in armi per sostenere quanti combattono al fronte in ospedale o nelle fabbriche o nei servizi essenziali in questa guerra a tutela di tutti.

Ma in questo momento accanto alla preoccupazione per la salute sta emergendo con analoga forza la preoccupazione per la nostra economia e per le attività di ciascuno di noi. Anche qui però calma e gesso. C’è una fase da “pronto soccorso” che durerà 3-4 mesi in cui deve essere garantito
a) il reddito a quanti erano occupati sollevando da oneri le aziende chiuse o ridotte nella propria produzione attraverso la estensione della cassa integrazione in deroga in tutti i settori;
b) lo stop al pagamento di imposte di qualsivoglia tipologia così come i ratei dei mutui e dei finanziamenti alle aziende e le varie bollette per i servizi alle famiglie;
c) garantire la liquidità alle aziende con l’accesso al credito accompagnato da un lato ad una garanzia pubblica per le piccole e medie imprese e dall’altro da una riduzione dei vincoli che la vigilanza bancaria europea pone alle banche per ogni euro di credito che dà;
d) un rafforzamento in uomini e mezzi al sistema sanitario nazionale in particolare nel Mezzogiorno con la nomina di un commissario regionale all’approvvigionamento che in collegamento con il commissario Arcuri sveltisca ogni sciocca procedura e allestisca quanto prima nuove strutture di terapia intensiva.