La Toscana da anni parla di «consumo zero» di nuovo suolo, come si conciliano queste nuove esigenze con lo sviluppo e le crescenti necessità abitative?
«La Toscana crede fermamente nel “consumo zero” di nuovo suolo, anche per frenare cementificazione e impermeabilizzazione dei terreni, le cui conseguenze sono evidenti a tutti, specialmente adesso che il cambiamento del clima estremizza i fenomeni meteorologici. Puntiamo sulla rigenerazione urbana, intesa sia come recupero e riutilizzo di immobili o spazi in disuso o sottoutilizzati, a rischio degrado, sia come contrasto allo spopolamento e all’abbandono di quei piccoli borghi che sono il Dna della nostra Regione e che devono essere tutelati per preservarne sia l’essenza che il paesaggio caratteristico».

Può fare qualche esempio?
«Mi vengono in mente due esempi concreti. Il primo è il Teatro Rosini di Lucignano, immobile a rischio degrado nell’area della Rocca nel centro storico di Lucignano (Ar). Grazie alle risorse del bando regionale per la rigenerazione urbana per Comuni sotto i 15.000 abitanti è stato possibile il recupero funzionale dell’edificio, le cui sale adesso saranno destinate ad attività sociali, culturali ed educative. Il secondo esempio, forse quello più emblematico, è il recupero del borgo abbandonato di Castelnuovo D’Avane, nel Comune di Cavriglia. Grazie ad un investimento di 20 milioni di euro di fondi Pnrr il borgo rinascerà completamente, ad ottobre è stata posta la prima pietra da me e dal sindaco Degl’Innocenti o Sanni. Entro il 2026 questo paese, disabitato da anni, diventerà un centro di creatività, vi sorgeranno tre musei, spazi pubblici, residenze turistiche e private, botteghe artigianali, abitazioni di social housing e un luogo della memoria per ricordare le vittime della strage nazi-fascista del 1944, quando 192 civili furono massacrati dalla Divisione Hermann Göring. Castelnuovo d’Avane, detto anche Castelnuovo dei Sabbioni, è stato scelto tra borghi 42 candidati e la sua rinascita potrà fare da motore di sviluppo per l’intera area».

L’attenzione al recupero delle antiche strutture, come piccoli borghi ma anche mura e fortificazioni, è una caratteristica della sua legislatura?
«Sì, già da presidente del Consiglio regionale ho fortemente voluto la legge sulle città murate, che destina risorse al recupero e alla valorizzazione delle mura storiche e delle fortificazioni come torri, castelli e ponti; una dotazione finanziaria stanziata sul bilancio regionale che per il triennio 2024-2026 è di 5 milioni di euro. È una legge importante che ogni anno consente di riaprire alla fruizione pubblica strutture bellissime che fanno parte della nostra storia e che senza queste risorse rischierebbero il degrado. È per beni come questi che la Toscana è attrattiva nel mondo, quindi il nostro impegno su questo fronte deve essere massimo».