La presidenza a Muhammad Hassan Akhund
Afghanistan, ufficiale il nuovo governo: Baradar vice, il figlio del mullah Omar alla Difesa

Dopo venti giorni dalla conquista del paese, i talebani hanno annunciato il nuovo governo dell’Emirato islamico dell’Afghanistan. Decisiva la conquista del Panjshir, la roccaforte ribelle guidata dal Ahmad Massoud.
In conferenza stampa, il portavoce dei talebani, Zabibullah Mujahid, ha reso noto la composizione del nuovo governo ad interim. A guidare l’esecutivo sarà il mullah Muhammad Hassan Akhund, il leader religioso dei talebani che ha preso le redini del movimento nel 2016.
Il suo vice sarà Abdul Ghani Baradar, il capo politico che ha negoziato con gli Stati Uniti per l’accordo di Doha. A capo della Difesa Mohammad Yaqoob, il figlio del mullah Omar noto anche con lo pseudonimo di Mullah Yaqoob. Il dicastero dell’Interno passerà nelle mani di Sarrajuddin Haqqani, l’uomo su cui l’Fbi ha posto una taglia di cinque milioni di dollari come ricompensa per la sua cattura, relativo al programma Rewards for Justice del governo degli Stati Uniti. La diplomazia sarà affidata ad Amir Khan Muttaqi, anche lui a Doha a negoziare con gli Stati Uniti; il dicastero delle Finanze sarà gestito da Hadaytullah Badri, che dovrà gestire la grave crisi economica che pesa su circa 35 milioni di afghani. Non sorprende l’assenza di donne nell’esecutivo, nonostante i proclami di un governo “inclusivo”.
Cina e Russia invitati speciali
I talibani hanno invitato sei paesi a partecipare alla cerimonia per l’insediamento del nuovo governo in Afghanistan, la cui presenza risulta cruciale nella regione. Oltra al Pakistan, Qatar, Iran e Turchia, ci sono anche Cina e Russia.
Nel frattempo, Mosca ha fatto sapere che non prenderà parte alla riunione ministeriale sull’Afghanistan di domani. In precedenza la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, aveva evidenziato come non ci fosse chiarezza da parte dei partner occidentali sul formato dell’incontro: Parigi e Berlino, infatti, si erano limitati a parlare di un vertice, mentre Tokyo aveva chiaramente parlato di G7.
Violenza sulle donne scese in strada
Prima dell’annuncio del nuovo governo c’è stata una violenta repressione delle proteste a Kabul ed Herat. Ancora una volta, le donne scese in strada hanno conosciuto la brutale forza degli studenti coranici. Centinaia di persone hanno intonato slogan anti-Pakistan, relativi al probabile intervento di Islamabad nella valle del Panjshir per sostenere i talebani. Per sedare le proteste e disperdere i manifestanti afghani, i talebani hanno sparato in aria colpi di arma da fuoco. Con l’annuncio del nuovo governo si teme per la condizione delle donne nel paese. Sebbene inizialmente i talebani avessero proclamato la formazione di un governo inclusivo, negli ultimi giorni hanno dimostrato di non essere cambiati e di mantenere un approccio duro, repressivo e violento contro le donne.
“Possibile presenza congiunta Ue/Onu in Afghanistan”
Il ministro degli Esteri italiano, Luigi di Maio, in un informativa al Senato ha presentato l’idea di una presenza congiunta Ue/Onu nel paese che è nelle mani dei talebani. “Stiamo riflettendo sulla creazione di una presenza congiunta in Afghanistan con funzioni prevalentemente consolari e che serva da punto di contatto immediato. Si tratterebbe di una soluzione innovativa, per la quale sarà necessario un efficace coordinamento preventivo, sia per gli aspetti di sicurezza sia per la necessità di definire un mandato chiaro. Qualunque modalità prescelta dovrà in ogni caso essere inclusiva, condivisa con tutti i Paesi potenzialmente interessati a contribuire“.
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